American Woman
The Guess Who
“American Woman”, 1970
Che casino di paese. Ah, l’America! Con ‘sti pezzi di cemento che si perdono verso il cielo, ‘ste macchine veloci, ‘sta gente che strilla masticando ali di pollo e chewin’ gum. L’America è un sogno pauroso, l’America è grande, tanta, troppa. Quando i Guess Who arrivano in America, ci arrivano da goffi ragazzotti canadesi. Quello che si trovano davanti è un frullatore di cose, una pioggia acida. Chicago, Detroit, New York. Insegne luminose, fast food a notte tarda, stupefacenti, piazze gremite, cortei di protesta. Slogan, slang, SBAM! Una donna esagerata con chioma bionda, forme mozzafiato, impertinente, volgare: l’America è una puttana che ti spinge le testa sui suoi seni. Ah, l’America! “La donna americana ti incasinerà la testa, stammi lontana, le luci colorate possono ipnotizzare, vattene donna!”. Scandalo! I Guess Who scrivono una canzone anti-americana. C’è quel verso, “Donna americana, non mi servono le tue macchine da guerra”, che li spinge verso il fronte anti-Vietnam, li bolla, li qualifica. Ma loro sono solo quattro ragazzotti canadesi caduti nell’imbuto della perdizione. Nessuno gli ha detto che il sesso è come la guerra. Il sesso è la guerra. È concentrato di pulsioni muscolari, espressione di foga, sopraffazione. Come la guerra, no? E una canzone rock’n’roll è come il sesso: credi sia solo una scopata di tre minuti, ma ci stai scrivendo la storia. Il rock‘n’roll è un enorme equivoco che si risolve sempre troppo tardi.