Malibu
Hole
“Celebrity Skin”, 1998
Quante vite hai vissuto, Courtney? Quante stagioni sono passate attraverso quelle persiane abbassate? La fase della rockstar, quella della concubina strafatta, della moglie, della madre, della vedova. Quante vite, Courtney? Quel periodo, quello di Malibu, però, è stato il più difficile. Kurt ricoverato in una clinica a disintossicarsi mentre fuori il sole arrostiva i corpi dei ricchi in spiaggia. Le palme della California spettinate dal vento tiepido e la puzza di candeggina passata sui pavimenti dell’ospedale. Questa canzone, che è una ballata rock malinconica ma ormai consapevole, racconta l’assurdo decennio che sono stati gli anni Novanta: così ricchi di musica, di idee, così vitali di suoni e intuizioni, ma allo stesso tempo così straziati dai dolori dei ragazzi persi. “Come sei diventato così disperato?” – strilla Courtney a quel giovane uomo dai capelli cenere: suo marito, suo uomo, padre di sua figlia e ormai fantasma – “Dai, guarisci, abbandona Malibu”. Ma Kurt non guarirà mai e la sua Malibu se la porterà fino alla tomba. Lasciando tutti a vivere al posto suo. Lasciando Courtney alla sua gamma di vite. Quella di madre, vedova, vittima e cattiva maestra.