Waiting Room
Fugazi
“Fugazi EP”, 1988
Che c’entra il lavoro? Che c’entra il decoro? Che c’entra il futuro? Che c’entra la buona creanza? Che c’entra tutto questo quando un basso poderoso dà il La a una canzone punk? Cosa c’entrano le aspettative? I sondaggi? I dati di disoccupazione, quelli delle agenzie interinali, il PIL, l’umore di una generazione, gli ammortizzatori sociali… quando un gruppo di ragazzi senza maglietta sta suonando schizzando nel proprio sudore e mentre di fronte, un altro gruppo di ragazzi, sputa per aria e poga come se non ci fosse un domani? Perché i Fugazi nella sala d’attesa del mondo non ci vogliono stare, non vogliono aspettare nulla, loro vogliono suonare le chitarre. “Tutti sono giù, mi sai dire perché?” – urla MacKaye. Ed è lì la vera protesta, è lì il punk. È nel dimenarsi contro le decisioni altrui, le analisi altrui, i gruppi di ricerca, la sociologia sociale. Oggi è oggi e ha la forma inconfondibile del filo di un amplificatore attaccato alla corrente con uno spinotto rattoppato di nastro adesivo. Finché resiste… “Everybody’s moving, moving moving, moving”.