Lo psicologo Arthur Janov all’interno del suo saggio “The Primal Scream” esponeva l’interessante idea dell’urlo primordiale come possibile terapia: l’individuo può ricongiungersi con la propria psiche e liberarla da tutto ciò che la opprime utilizzando la propria voce, ritornando così alle origini ed esternando i suoi sentimenti più profondi. I Primal Scream, il cui nome deriva proprio dalla teoria appena citata, per la realizzazione di Screamadelica decisero di mettere in campo tutte le influenze musicali possibili a cui ciascun componente era maggiormente legato e che comprendevano blues, post punk, elettronica, ambient, psichedelia sixties, spingendosi fino a funk, free jazz e soul, avvicinandosi inoltre alla scena house che in quel periodo stava prendendo piede nei club inglesi e al correlato mondo delle droghe, come ecstasy e varie sostanze psichedeliche.
Originariamente legati all’indie rock di “Sonic Flower Groove” (1987) e agli approcci più duri del sophomore “Primal Scream” (1989), il sestetto scozzese si avvalse principalmente della collaborazione chiave del DJ acid house Andrew Weatherall e Hugo Nicolson alla produzione per immergersi in quella nuova cultura elettronica e fucina di sperimentazioni, e assemblare collage minuziosi di campionamenti, tracce e melodie reinterpretate e remixate dalla band per ogni canzone, ad eccezione del trip etereo e quasi spirituale Higher Than The Sun, contraddistinto da un sax di coltreniana memoria nel finale e prodotto dal duo elettronico The Orb; dei cori gospel, i guitar riff e alcune melodie reinventate di “Yoo Doo Right” dei Can della coinvolgente Movin’ On Up e della splendida ballad minimale Damaged, dove il ruolo di producer venne ricoperto dall’acclamato e poliedrico Jimmy Miller (Traffic, Blind Faith, Motӧrhead, ma soprattutto Rolling Stones).
L’uso di droghe giocò un ruolo fondamentale sia per il sound dell’album sia per la realizzazione della sua copertina: l’artista della Creation Records Paul Cannell si ispirò infatti ad una macchia d’acqua osservata in ufficio dopo aver assunto LSD. Sa di psichedelia tutta nuova il sound etnico della cover dei 13th Floor Elevators Slip Inside This House, mentre il funk dance dinamico di Don’t Fight It, Feel It vede alla voce Denise Johnson, e il pezzo strumentale Inner Flight ammorbidisce ed intreccia le avanguardie di Brian Eno di “The Great Pretender”, i cori zydeco di “Gris-Gris Gumbo Ya Ya” di Dr. John e il folk di “Whoa Buck” di Alan Lomax.
Ritornano le influenze gospel, dub e piano house nel brano di maggior durata Come Together, contenente il sample di un discorso sulla musica e sulla condivisione tenuto da Jesse Jackson durante un suo concerto a Los Angeles nel 1972, e un adattamento di “The Dub Station” di Tommy McCook & The Aggrovators, a cui fa seguito l’ambiziosa Loaded, remix dance rock di “I’m Losing More Than I’ll Ever Have”, traccia appartenente agli stessi Primal Scream, arricchito dai cori di “I Don’t Want to Lose Your Love” delle Emotions, un dialogo dal film “I selvaggi”, un loop di batteria proveniente da un remix pirata italiano di “What I Am” di Edie Brickell e da un verso di “Terraplane Blues” di Robert Johnson cantata da Bobby Gillespie.
Caratterizzata dall’intervento di un sassofono, I’m Comin’ Down precede la lunga e ipnotica reprise di Higher Than The Sun (A Dub Symphony In Two Parts), dominata dalle linee di basso di Jah Wobble, e il sitar e gli echi vagamente beatlesiani della conclusiva Shine Like Stars. Pietra miliare nineties e fonte d’ispirazione ancora oggi per tanti artisti, ultima tra i tanti ad averlo dichiarato Lorde con il suo nuovo “Solar Power”, “Screamadelica” è un puzzle brillante e variopinto, la festa che nessuno si perderebbe per niente al mondo, che ha segnato un’epoca di sperimentazioni, di crisi e rottura con il passato. Una vera e propria verifica della terapia dell’urlo di Janov: riappropriarsi di tutto lo scibile musicale fin dalle origini, unirlo insieme e creare qualcosa di nuovo che messo ad alto volume è in grado di liberare l’essere umano dai macigni che gravano sul suo animo. Sembra che abbia funzionato.
DATA D’USCITA: 23 Settembre 1991
ETICHETTA: Creation / Sire