E’ un concerto sì, ma è anche una serata speciale: è il compleanno di Carmen, il suo trentaseiesimo per l’esattezza. La cantantessa catanese (è con questo epiteto che negli anni abbiamo imparato a conoscerla), ha deciso di festeggiare tra le mura amiche del Teatro Antico di Taormina, vuoi perché in occasioni come questa giocare in casa ha un fascino tutto suo, vuoi perché tale scelta sintetizza agevolmente il perfetto equilibrio tra sfera personale e contesto pubblico. Rapporto che non si limita esclusivamente alla invalicabilità del backstage, ma che trova sua concreta dimostrazione nello stato d’animo della Consoli. E così, mentre le sue vesti nere si confondono coi colori della notte, l’evento da “particolare”, complice un esemble musicale in stato di grazia, si tramuta in “indimenticabile”. A comprova di ciò, basti fare riferimento alla composta, quanto struggente, interpretazione di Mandaci una cartolina (altro brano estratto da “Elettra”, dedicato alla memoria del padre scomparso) o all’abbraccio carico di emozioni col maestro Battiato, con il quale la nostra duetterà regalando alla platea una splendida versione di Te lo leggo negli occhi o, ancora, al finale in chiave intimista, accompagnata dal solo Massimo Roccaforte alla chitarra, dedicato al disco d’esordio, “Due parole” (Cyclope Records/Polydor, 1996), da cui vengono tratte Quello che sento e Amore di plastica.
E se è vero il detto secondo cui i concerti non vanno raccontati ma visti, cos’altro dare in pasto alla cronaca? Quali dettagli ancora, in grado di sopravvivere all’accendersi delle luci e di scalfire le mura della retorica? La sicilianità della Consoli, ad esempio. Una sicilianità, lontana anni luce dalla banalità dei cliché televisivi lato sensu, che affonda le sue radici nell’inchiostro dei vari Verga, Quasimodo, Martoglio, Sciascia, Sapienza e Camilleri (tanto per fare dei nomi a caso), trovando sfogo in una teatralità spontanea, a cavallo tra comicità e tragedia, rappresentazione nitida di una terra splendida ma ricca di contraddizioni. Una sicilianità che Carmen, o la Carmen (tanto per essere bipartisan), porta letteralmente con sé sul palco: oltre alla sua band (in formazione allargata) e al già citato Franco Battiato, infatti, ci sono anche l’applauditissima Gabriella Grasso ad aprire le danze, l’attrice Mariella Lo Giudice a fare da cesura d’eccellenza tra una parte dello show e l’altra, e lo straordinario Alfio Antico con la sua tavolozza colorata di rumori a dare forme ad una scatenata A’ finestra. Una sicilianità da custodire gelosamente fino a quando non arriverà la prossima volta. Nel frattempo, tanti auguri Carmen.
SETLIST: Col nome giusto – Fiori d’arancio – Mio zio – Perturbazione Atlantica – Geisha – Il pendio dell’abbandono – Mandaci una cartolina – Pioggia d’Aprile – Autunno dolciastro – Eco di sirene – Contessa Miseria – Parole di burro – L’ultimo bacio —encore 1— A’ finestra – Te lo leggo negli occhi – Venere —encore 2— Quello che sento – Amore di plastica
(“A’ Finestra” live @ Taormina, Teatro Antico)
A cura di Vittorio Bertone