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Deftones @ Fabrique, Milano (21/04/2017)

A neanche un anno di distanza dalla puntata al Live Club di Trezzo sull’Adda dello scorso Giugno, i Deftones sono tornati in Italia, optando sempre su Milano, per l’unica data nel nostro Paese della seconda tranche del tour a supporto di “Gore”, il loro nuovo album pubblicato proprio nell’Aprile 2016.

Le annotazioni principali della serata sono essenzialmente due: la prima riguarda la prestazione della band che, favorita da una location fornita di un’acustica ottimale, mette in piedi una performance decisamente superiore a quella dell’ultima volta. Chino Moreno appare forse un pochino meno sicuro, specie nei passaggi più aggressivi, ma anche ciò contribuisce a una resa più carnale in cui è stato possibile cogliere tutte le sfumature dei pezzi, altrove penalizzate dal marasma sonoro. I Deftones sono una band che necessita il massimo degli accorgimenti tecnici per poterne godere al meglio.

La seconda annotazione, invece, è tutta per la setlist che i Deftones stanno portando in giro in queste nuove date, che pesca pochissimo da “Gore” orientandosi piuttosto su una sorta di best of della formazione californiana. Dal nuovo album anche al Fabrique vengono eseguite le sole Gore e (L)MIRL, poste una dopo l’altra, con buona pace di brani di spessore come “Prayers / Triangles”, “Doomed User” ed “Hearts / Wires” e di quanti li aspettavano.

Il contraltare, però, è che così l’ora e mezza di concerto risulta infarcita di storia dell’alternative americano dall’inizio alla fine: c’è tanto “White Pony” (2000) con le iniziali Korea ed Elite, poi Digital Bath, l’hittona Change (In The House Of Flies) e Back To School (Mini Maggit) nell’encore; c’è il masterpiece “Around The Fur” (1997) con Be Quiet And Drive (Far Away), My Own Summer (Shove It) ed Headup che chiudono il set principale; ci sono capisaldi della band come Minus Blindfold (dall’esordio “Adrenaline” del ’95), chicche come Teething (dalla soundtrack de “Il Corvo 2”) e passaggi più recenti come Tempest, Swerve City e Rosemary da “Koi No Yokan” (2012) o Diamond Eyes, You’ve Seen The Butcher e la conclusiva Rocket Skates da “Diamond Eyes” (2010), fino a Kimdracula da “Saturday Night Wrist” (2006). Insomma, se non fosse mancata qualcosa dall’omonimo album del 2003 il quadro sarebbe stato completo.

Il minimo comune multiplo del live è il solito andamento schizofrenico della casa, fra momenti di quiete ed esplosioni crossover al cardiopalma, con i Deftones che ormai conoscono il mestiere e sanno come e quando accendere la miccia del pubblico. Moreno s’inerpica sulle spie, imbraccia a intervalli la chitarra e saltella alle spalle dei suoi, fra cui segnaliamo un Abe Cunningham particolarmente in forma alle pelli. Con oltre vent’anni di carriera alle spalle, la band di Sacramento ha dimostrato di saper ancora dire egregiamente la sua, tanto su disco quanto fortunatamente dal vivo.

SETLIST: Korea – Elite – Diamond Eyes – You’ve Seen The Butcher – Tempest – Swerve City – Kimdracula – Gore – (L)MIRL – Rosemary – Minus Blindfold – Teething – Digital Bath – Change (In The House Of Flies) – Be Quiet And Drive (Far Away) – My Own Summer (Shove It) – Headup —ENCORE— Back To School (Mini Maggit) – Rocket Skates

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