Affermare di essere in coda per assistere al live dei Fontaines D.C. fa uno strano effetto: il brusio lieve fuori dal teatro, il cuore che palpita, insieme a quello dei presenti, appaiono amplificati all’inverosimile durante l’attesa inenarrabile da parte di chi scrive di ritornare ad un concerto, nonostante gli eventi a sobbalzi e a distanza nel corso di un anno e mezzo, ai quali si è dovuto sempre rinunciare a causa di varie peripezie di sorta.
Ad aumentare ulteriormente il livello delle aspettative è il pensiero che sia il gran finale tutto esaurito del Barezzi Festival, nella maestosa e opulenta cornice del Teatro Regio di Parma, a dare nuovamente il benvenuto in Italia al quintetto dublinese, a due anni dal loro debutto all’Ypsigrock dove portarono l’esplosivo “Dogrel” (2019). Unica data del 2021 a supporto del sophomore “A Hero’s Death” (2020), sarà seguita il prossimo Marzo (si spera) da un’altra visita, già sold out, ai Magazzini Generali di Milano.
Il gruppo capitanato da Grian Chatten arriva puntuale e sfodera subito le micidiali A Hero’s Death e A Lucid Dream. Il vocalist è incontenibile, irrequieto, come le note sprigionate dalle canzoni della sua band: dai riff potenti di Chequeless Reckless, passando per le malinconiche You Said e I Don’t Belong, e le saettate di Living In America, man mano nel gruppo si fa strada il bisogno sempre maggiore del calore del pubblico.
È un crescendo vertiginoso di battimani (valeva veramente la pena spellarsele dagli applausi) e piedi che non riescono a stare fermi con le roboanti Hurricane Laughter e Too Real, fino alla miccia innescata da Televised Mind e la bomba definitiva sganciata con il cavallo di battaglia Boys In The Better Land che fa scattare tutti in piedi e rimanere tali, fino alla chiusura lasciata all’emblematica e dinamica Liberty Belle.
Il post punk violento e le parole sarcastiche di Grian e soci risuonano nello scenario dorato di uno dei teatri di tradizione (operistica) più belli d’Italia, forse a qualcuno sembrerà strano, ma è stato un binomio perfetto che non ha lasciato scontento nessuno, nemmeno per i poghi mancati (e che in generale mancano, eccome). Credo non ci sia una sola persona fino agli ultimi palchi più remoti, che non abbia sentito una carica di energia immensa, una reazione, uno scambio sincero tra la band e il pubblico, adrenalina pura. E una serata così ce la ricorderemo tutti per un bel pezzo.
SETLIST: A Hero’s Death – A Lucid Dream – Sha Sha Sha – Chequeless Reckless – You Said – I Don’t Belong – The Lotts – Living In America – Hurricane Laughter – Too Real – Big – Televised Mind – Boys In The Better Land —ENCORE— Roy’s Tune – Liberty Belle