Puntualissimi on stage, aprono la serata i lombardi 2Pigeons. La loro esibizione, seppur breve (ascoltarli qualche minuto in più non sarebbe stato affatto male), si fa notevolmente apprezzare nonostante la loro proposta sia fatta d’elettronica e quindi poco vicina, musicalmente parlando, a Il Teatro degli Orrori. Proprio per questo gli applausi del pubblico, lì per il Teatro, appaiono ancor più sinceri e sintomatici del gradimento. Fra techno e dubstep, Kole Laca e Chiara Martello (rispettivamente Piccione n. 1 e Piccione n. 2, come loro stessi si presentano) intrattengono i presenti con brani estratti dal loro nuovo lavoro, “Retronica”, pubblicato in quest’inizio 2012. Veramente molteplici le sfumature e le sfaccettature stilistiche che si scorgono fra le trame sonore del duo: drum machine martellante, un po’ di kraut, un po’ di trip hop, rumoristica ambient e chi più ne ha più ne metta, è davvero difficile inquadrare una definizione che riesca a rendere con precisione ciò che sono. Il che, a nostro modo di vedere, è un enorme punto a favore. Tutto un campionario di effetti e spunti che rendono i 2Pigeons una piacevolissima sorpresa e un ottimo antipasto della portata principale.
Alle 23.10 è il momento de Il Teatro degli Orrori. La scaletta della serata non sarà da “scoprire”, essendo stata praticamente identica un po’ per tutto il tour. Quindi a farla da padrone è “Il mondo nuovo”, album che, come dicevamo in apertura, non ha convinto del tutto. Fin dall’inizio, affidato a Rivendico e Non vedo l’ora, appare chiaro come anche nella dimensione live le nuove creature di Capovilla siano piuttosto debolucce. La verve chitarristica dei due capitoli discografici precedenti viene quasi del tutto a mancare, salvo pochi momenti durante i quali Gionata Mirai prende in mano le redini della band (ad esempio in Doris, non a caso cover degli Shellac). E la questione risulta ancora più evidente quando cominciano a fare capolino nella setlist i vecchi brani: vedi Per nessuno (b-side da “A sangue freddo” spesso riproposta dal vivo), E’ colpa mia, Direzioni diverse, Il terzo mondo, E lei venne! e Compagna Teresa. Il confronto non regge proprio e non crediamo si possa tirare in ballo il fatto che i brani nuovi siano per ovvi motivi meno “assimilati” dei vecchi, perché quando ci capitò di vedere la band a poche settimane dalla pubblicazione di “A sangue freddo” l’effetto fu immediatamente tutt’altro. Concettualmente parlando, molti dei nuovi pezzi colpiscono quantomeno per le tematiche trattate (ma mai nessuno ha messo in dubbio la penna di Capovilla), vedi Ion (con Chiara dei 2Pigeons ai cori), che il frontman della band anticipa raccontando la vera storia di un piastrellista straniero bruciato vivo dal proprio datore di lavoro solo perché aveva chiesto di essere messo in regola. “Quando un po’ di giustizia in questo Paese?”, si/ci chiede Pierpaolo. E giù gli applausi. Adrian, tra i brani più annacquati della setlist, chiude la scaletta “regolare” del live prima del consueto bis. Encore che vede l’esecuzione di Dimmi addio e dell’attesissima Io cerco te, probabilmente i nuovi brani che più di tutti ricordano il passato recente della band. La chiusura è invece affidata a La canzone di Tom, neanche a dirlo sempre un pugno nello stomaco anche quando inserita in una esibizione di certo non esaltante. A fine concerto c’è chi invoca a gran voce Ken Saro Wiwa mentre Capovilla si lancia in alcuni minuti di sfrenato stage diving e Francesco Valente s’arrampica su un albero dei Mercati Generali. Ma di Wiwa stasera non si parlerà e anche de Il Teatro degli Orrori per come li avevamo conosciuti restano solo alcune tracce.
SETLIST: Rivendico – Non vedo l’ora – Per nessuno – Skopje – E’ colpa mia – Pablo – Martino – Doris – Monica – Ion – Direzioni diverse – Il terzo mondo – E lei venne! – Compagna Teresa – Cleveland-Baghdad – Adrian —encore— Dimmi addio – Io cerco te – La canzone di Tom
A cura di Emanuele Brunetto