Non sono mai stata un’appassionata di wrestling per cui non avrei mai immaginato di arrivare alla Roundhouse di Camden e ritrovarmi ad assistere a un match di lucha libre messicana. Per il loro debutto nel Regno Unito – così come per il resto del tour – i Puscifer hanno scelto di affidare l’apertura del concerto ai Luchafer, un gruppo di wrestler mascherati che si sono esibiti in mirabolanti acrobazie sul ring montato per l’occasione sul palco. La scelta non è casuale.
I Puscifer sono l’ultimo esperimento firmato Maynard James Keenan, il leggendario e oltremodo carismatico frontman dei Tool e degli A Perfect Circle. Alcuni, con un pizzico di superbia, li cestinano a priori, forse perché incapaci di accettare che Maynard concentri le proprie energie in progetti che non siano i Tool dopo dieci anni di promesse e false speranze. In realtà, i Puscifer non sono che una delle tante sfaccettature della sua personalità. In una vecchia intervista Maynard dichiarò che i Tool sono l’espressione della sua mascolinità, mentre gli A Perfect Circle l’espressione della sua femminilità. I Puscifer, malgrado le idiosincrasie, sono la sua isola felice, fatta di sperimentazioni, humour e persone che non si prendono troppo sul serio.
L’intrattenimento è il punto centrale di questo live. Parlo di un tipo d’intrattenimento che con l’avvento di smartphone e social network è andato perduto, soprattutto ai concerti, dove gli schermi luminosi si sono sostituiti agli accendini. In una esilarante clip, il Major Douche – uno dei vari personaggi interpretati da Maynard nei Puscifer – intima che è severamente vietato fare foto o video, pena l’espulsione dalla sala. Il concerto è un’esperienza che va vissuta in pieno e non “vicariously” dietro lo schermo di un cellulare.
Un altro video introduttivo lo mostra nei panni di Billy D, mentre sniffa cocaina e medita ironicamente sui grandi quesiti della vita. Partono le note introduttive di Simultaneous – tratta dall’ultimo album Money Shot, un piccolo capolavoro di sonorità distorte, melodie solenni e, perché no, ritornelli orecchiabili. L’entrata in scena è trionfale, le luci puntano il centro del ring e rivelano Maynard (con addosso una maschera da luchador dalla quale fuoriesce l’immancabile cresta) e la sua spalla destra, la straordinaria Carina Round in tailleur e make up pesante blu. Le loro voci sono in simbiosi perfetta, un idillio per le orecchie.
Il set viene diviso in tre atti, come un vero e proprio match di wrestling. I Luchafer tornano sul palco e si esibiscono in siparietti, headbanging e coreografie, come se fossero dei membri della band, e, forse, ormai lo sono di diritto. Alle loro spalle, vengono proiettati video che ritraggono un Maynard che spara raggi laser dagli occhi e una Carina in versione Wonder Woman. La scaletta è monopolizzata da Money Shot, ma non mancano pezzi più vecchi come la portentosa Vagina Mine, Conditions Of My Parole, Man Overboard e The Rapture, che anche grazie al basso di Paul Barker dei Ministry, alla batteria di Jeff Friedl degli A Perfect Circle e alla chitarra di Mahsa Zargaran infuocano le viscere.
Maynard è stranamente di buon umore. Appare molto diverso dall’uomo che nei Tool cantava girato di spalle e non stabiliva alcun contatto con il pubblico. Questa sera è palesemente divertito, confessa che è un grande onore per lui suonare a Londra, si scusa per Donald Trump e dedica l’ultimo pezzo, una struggente Autumn, ad Alan Rickman e David Bowie.
Parte integrante della dicotomia rappresentata dai Puscifer è il contrasto tra la loro comicità grottesca e la solennità della musica, nella quale è la voce di Maynard a farla da padrone. Forse non saranno i Tool e nemmeno gli A Perfect Circle, ma i loro spettacoli sono degni di ogni elogio.
SETLIST: Simultaneous – Galileo – Agostina – Vagina Mine – Horizons – The Arsonist – The Remedy – Life Of Brian (Apparently You Haven’t Seen) – Rev 22:20 (Carina Round lead vocals) – Grand Canyon – The Rapture (Fear Is A Mind Killa Mix) – Breathe – Toma – Telling Ghosts – Flippant – Conditions Of My Parole – Money Shot – Man Overboard – The Humbling River – Autumn