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Ride @ Santeria Toscana 31, Milano (04/02/2020)

Da qualche parte, su queste pagine, parlando del ritorno in pompa magna di tutti i grandi della prima e originaria ondata shoegaze, dicevamo che non c’è nulla di meglio che ascoltare chi a quel suono ha dato vita, con chitarre spesse e taglienti, sporche il giusto, riverberate allo sfinimento, dolci quando serve. Piuttosto che accontentarsi di cloni ed epigoni. Così, negli ultimi anni, il quasi contemporaneo ritorno di My Bloody Valentine, Slowdive, Lush e Ride ha rimesso un po’ in carreggiata tutte le valutazioni di sorta su quanto è arrivato dopo di loro, ridimensionandolo al ribasso.

I Ride, che rispetto ai colleghi sopra citati hanno sempre avuto la spinta melodica più spiccata, grazie a certe venature britpop mai sopite, sono stati tra i più convincenti, prima con “Weather Diaries” (2017) e giusto pochi mesi fa con “This Is Not A Safe Place” (2019), una nuova giovinezza che li ha resi e li sta ancora rendendo imprescindibili per chi non può fare a meno di certe sonorità.

La loro unica data italiana a supporto di “This Is Not A Safe Place”, così, è diventata l’occasione perfetta per ripassare un’esperienza che, oggi, possiamo definire seminale senza timore di smentite. La scaletta che Andy Bell e soci stanno portando in giro, peraltro, pare costruita appositamente per dare un costante effetto “contrasto”, tra pezzi vecchi e nuovi, senza quei cali di tensione che sarebbero fisiologici a guardare l’anagrafica delle singole tracce.

Le più recenti Future Love e Kill Switch (quest’ultima una vera mina, potenziata com’è dal vivo), così, non sfigurano affatto al cospetto di Unfamiliar, mentre l’accoppiata Repetition/Lannoy Point (tra i momenti più intensi del live) regge appieno il confronto con due pietre miliari della produzione dei Ride come Polar Bear e Vapour Trail, che chiudono il set principale. Nell’encore si gioca ancora di contrapposizioni, con le sole In This Room e Seagull per un testa-coda da brividi.

Chiaro come “Nowhere” (1990) e “Going Blank Again”” (1992) abbiano dalla loro un radicamento impossibile da pareggiare per gli album del 2017 e del 2019, ma sarebbe ingeneroso non riconoscere a quest’ultimi il giusto merito per aver rimesso in pista i Ride nel miglior modo possibile. I Ride e le loro chitarre, le loro meravigliose e troppo spesso bistrattate chitarre che andrebbero recuperate e fatte studiare.

SETLIST: Jump Jet – Future Love – Leave Them All Behind – Charm Assault – Unfamiliar – Fifteen Minutes – Dial Up – Repetition – Lannoy Point – End Game – All I Want – OX4 – Taste – Kill Switch – Dreams Burn Down – Polar Bear – Vapour Trail —ENCORE— In This Room – Seagull

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