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Royal Blood @ Alcatraz, Milano (29/03/2015)

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Già nel Novembre scorso, quando i Royal Blood avrebbero dovuto esibirsi all’Alcatraz di Milano per la loro unica data italiana, l’attesa per il duo inglese era altissima. Complici gli attestati di stima di colleghi ben più noti e blasonati (Jimmy Page e Dave Grohl, giusto per fare dei nomi), complici i premi vinti qua e là in giro per il globo, complice soprattutto un disco d’esordio dall’impatto totale: nulla di nuovo, intendiamoci, ma un nulla di nuovo realizzato con tutti i crismi. Va da sé che, a seguito del rinvio per motivi di salute del cantante/bassista Mike Kerr, questa rischedulazione del live dei Royal Blood non abbia fatto altro che accrescere le aspettative.

L’Alcatraz è pieno come un uovo – in pratica un sold out lungo oltre quattro mesi – già quando i Bad Breeding danno inizio alla loro apertura: non ce ne vogliano, ma il loro impatto sul pubblico è parso quantomeno trascurabile oltre che non propriamente in linea con i protagonisti della serata.

Mike e Ben si presentano sul palco alle 21.40, il primo imbraccia il suo basso, il secondo si erge sulla pedana su cui è posizionata la batteria e via con la musica. La setlist del live è standard, nel senso che è la stessa che i Royal Blood hanno portato in giro fino ad ora, per un’ora di durata: Come On Over, You Can Be So Cruel e il singolo Little Monster regalano alla prima parte del live un piglio in crescendo, con i due che si dannano sui rispettivi strumenti tanto da sembrare almeno un paio in più. Ciò nonostante, la parte centrale del set risulta un po’ meno incisiva (in fondo la formula è sempre la stessa ripetuta in ogni brano, il che a lungo andare contribuisce a far scemare l’attenzione), salvo riprendersi nel finale con Loose Change e con la conclusiva Out Of The Black che, annacquata in coda, chiude l’esibizione dei Royal Blood.

Prima Ben ed a ruota Mike salutano il pubblico con due bandiere italiane a mo’ di mantello, Kerr fa i ringraziamenti di rito e ogni oggetto di merchandising rimasto al banchetto va a ruba. Non spiazzanti com’era lecito attendersi, ma sicuramente convincenti, i Royal Blood dimostrano anche all’Italia che le belle parole spese nei loro confronti da più parti sono ampiamente giustificate: ma c’è del lavoro da fare per meritarsi la conferma di gradimento da parte di Page e Grohl.

SETLIST: Hole – Come On Over – You Can Be So Cruel – Figure It Out – Better Strangers – Little Monster – Blood Hands – One Trick Pony – Careless – Ten Tonne Skeleton – Loose Change – Out Of The Black

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