E’ la volta di Avatar e She Loves Us. Poi Coward. “Put your knife on me”, sì. La musica penetra come una lama affilata, distorce e distrugge. Quindi diviene fior di loto. Ed allora è dimenticanza, è il vuoto. Quello che senti quando i bassi scuotono l’aria e rimbombano nella cavità toracica. Percepisci i tuoi organi, uno ad uno, inerti. L’ossigeno non circola, il sangue non arriva al cuore. E proprio nella mancanza apparente di vita, nell’assenza, sperimenti il sublime. In quel momento sei libero, sgravato dagli affanni, dal peso dei ricordi. Sarebbe perfetto se finisse qui, così. Invece no. Ecco The Seer, maestosamente schizofrenica. Solo che ormai sei saturo. Hai visto il buio, hai conosciuto il non essere, hai saputo l’assoluto. Non puoi andare oltre. Dunque spalanchi gli occhi, rientri nel mondo. Ed è paradossale che proprio ora il suono si faccia estenuante ripetizione. Perché così, a mente lucida, esso diviene rumore, fastidio. A tal punto che quando l’impianto elettrico, inadeguato a volumi così spropositatamente alti, salta, ti ritrovi ad esserne grato. Solo le campane tubolari ripetono implacabili il loro ritornello. Ma non riescono più a spaventarti, private dell’assillante coro degli altri strumenti. Almeno finché la corrente non torna, e non tarda a farlo. L’ossessione quindi riprende e si sviluppa in un’ultima, interminabile improvvisazione finale. Il tutto orchestrato da un Gira invasato e terrificante, spietato nei confronti dei suoi musicisti, sprezzante verso il pubblico. Al solito. Due ore e trenta di disturbo allo stato sonoro, da uscirne stremati. Eccessivo, allucinante. Parto del genio di artisti malati e talentuosissimi. Sono pazzi i Cigni. E sono neri.
SETLIST: To Be Kind – Avatar – She Loves You – Coward – The Seer – (Improvvisazione)
A cura di Giorgia Pezzali