Tredici tracce, come gli apostoli all’Ultima Cena, ma senza traditori né traditi. Colme di spiritualità in epoca di spiritismo, di santi in epoca di santoni, di speranza in epoca di belle speranze, accuse in epoca di pontificazioni. Fay scrive componimenti destinati a sedimentare, a scorrere con lentezza per essere accolti come la più dolce delle messe. È uno di quei cantautori capaci di farti sentire, citando il gigante che fu Vic Chesnutt, never alone. Di penetrare grazie a un talento melodico e armonico che fa di ogni sua ode un cantico, di ogni creatura un simbolo.
Il pianoforte è davvero un Nilo, che sa intorbidirsi (War Machine), incresparsi (How Little), rasserenarsi in pochissime battute (Something Else Ahead). Order Of The Day è un anthem per il cambiamento, la title-track una sublime laude, Bring It On Lord un gospel da strada, A Frail And Broken One una nugella per la fine del mondo, che spezza il fiato secondo dopo secondo.
Esiste ancora una volta ogni possibile gamma del sentimento, del puro genio, dell’insostenibile pesantezza di un messaggio, dentro il bicchiere di vita che ci offre Bill. Non sappiamo, come lui, who is the sender. Però sappiamo, in questo caso, who is the singer. E gli rendiamo grazie, dal nostro piccolo pulpito, da qualche parte, dove c’è un cuore.
(2015, Dead Oceans)
01 The Geese Are Flying Westward
02 War Machine
03 How Little?
04 Underneath The Sun
05 Something Else Ahead
06 Order Of The Day
07 Who Is The Sender?
08 Freedom To Read
09 Bring It On Lord
10 A Page Incomplete
11 A Frail And Broken One
12 World Of Life
13 I Hear You Calling (Studio Reunion)
IN BREVE: 4/5