Per questa ragione il nuovo album a firma Bon Iver 22, A Million (che arriva a cinque anni dal precedente) pare il mascheramento di un disagio più profondo. Altro che Emma, altro che patemi d’animo. Qui c’è di più. C’è un tentativo chiaro di mimetizzare una difficoltà, esagerando. E a chi non è abituato a farlo, non viene molto bene. L’elettronica sconnessa dei nuovi brani di Vernon con il rumorismo stucchevole, il concettualismo che stufa, sì stufa, il Kid A dichiarato in buca, è un segnale chiaro di un disco pretenzioso, imbevuto di senso/sensi tanto da subire il normale ristagno di una spugna lasciata lì senza sfogo reale.
Attenzione! Non stiamo dicendo: “Vernon, torna a essere triste”. Non si pretendono da lui canzoni melanconiche o disperazioni cosmiche. No. Si ragiona sul fatto che un poeta debba essere sempre vero perché la poesia, appunto, apra le ali a farfalla. Come accade per esempio nel brano di apertura 22 (OVER S∞∞N): una preghiera pagana “sigurrosiana” farcita di orchestra ed emozioni, ma come invece non avviene per nulla nei grovigli di 10 d E A T h b R E a s T, nella banale alienità di 715 – CRΣΣKS (orribile il vocoder), nel sentimentalismo demodé di 8 (circle) o nella stanca 33 “GOD” in cui Justin bisbiglia un appello scoraggiato: “perché siete così lontani dal venirmi a salvare?”.
Forse è questo l’S.O.S. lanciato da Justin; tra tanti rebus, è il vero messaggio cifrato. La poesia dei Bon Iver torna solo con 29 #Strafford APTS e quel senso della musica come ispirazione incontenibile e, poi, al limite, con il salmo pianistico finale 00000 Million. Il resto è una specie di gioco di specchi con simboli, numerologie, alchimie talmente bugiarde che ci è voluta persino una conferenza stampa per convincerci della loro autenticità. Invano.
(2016, Jagjaguwar)
01 22 (OVER S∞∞N)
02 10 d E A T h b R E a s T ⊠ ⊠
03 715 – CRΣΣKS
04 33 “GOD”
05 29 #Strafford APTS
06 666 ʇ
07 21 M♢♢N WATER
08 8 (circle)
09 ____45_____
10 00000 Million
IN BREVE: 2,5/5