Gli elementi che hanno contribuito al lancio in orbita di Jordan Asher però, alla luce di Aquaria sono gli stessi che per sottrazione rendono questo suo esordio a proprio nome (prima solo il mixtape “WinterSpringSummerFall” e l’EP/OST “Motorcycle Jesus”) un esercizio di stile, riuscito e coinvolgente, ma pur sempre esercizio di stile. Cosa manca al disco? Tecnicamente nulla, la precisione certosina, l’accortezza e lo stile con cui Boots pigia sui tasti sono innegabili. Anzi, in “Aquaria” viene fuori anche una vena oscura che nelle già citate collaborazioni per forza di cosa non poteva essere mostrata, a metà strada fra divagazioni trip hop e un latente afflato industrial, vedi Bombs Away o Dead Come Running che hanno ritmiche e pulsazioni che parlano da sole.
Ciò che manca agli undici brani della tracklist è il guizzo (anche e soprattutto vocale, perché la prova di Asher risulta un tantino incolore) che possa fare la differenza, quel quid che appartiene a figure avvezze al ruolo di protagonista come quelle cui Boots ha prestato il suo lavoro negli ultimi tempi. L’abbozzato hip hop di C.U.R.E. ad esempio non convince appieno, così come Only e la conclusiva Still che, sebbene ripulite quasi del tutto dai beat, stentano comunque a far emergere il carattere dell’autore. Lavoro non negativo ma di certo neanche brillante, “Aquaria” è un album ordinario che attesta per ora il Boots produttore una spanna sopra il Boots solista.
(2015, Columbia)
01 Brooklyn Gamma
02 C.U.R.E.
03 Oraclies
04 Bombs Away
05 I Run Roulette
06 Gallows
07 AQUARIA
08 Earthquake
09 Only
10 Dead Come Running
11 Still
IN BREVE: 3/5