I Bring Me The Horizon sono sempre stati un po’ ruffianotti. Esordivano nel 2006 con “Count Your Blessings” cavalcando in tempo limite l’onda del metal-core progressivo che flirtava col brutal death metal. Suonavano estremi ma un po’ troppo studiati per sembrare naturali. Dopo due album che ne hanno consolidato la fama a livello internazionale (“Suicide Season” del 2008 e “There Is A Hell, Believe Me I’ve Seen It…” del 2010), nel 2013 licenziavano per la Sony “Sempiternal”, lavoro che abbandonava improvvisamente i chitarroni metallari e le urla del cantante Oliver Sykes in favore di un emo rock patinato.
Con That’s The Spirit la situazione prende una brutta piega. Sebbene nel precedente album i sei ragazzi di Sheffield assestavano ancora qualche timido colpetto hardcore, qui la scena del crimine è ripulita a puntino.
Descrivere le brutture di “That’s The Spirit” non è difficile, basta avvalersi dei metri di paragone più appropriati, tipo i Maroon 5 in Follow You, i Linkin Park nel singolo Happy Song e Throne e tanto emo pop da ipermercato che strizza diabolicamente l’occhio allo stile pacchiano delle boy band assemblate dai talent scout (su tutte Oh No, aberrazione riservata come congedo). Gli arrangiamenti sono calibrati per non spaventare nessuno, profumati con synth i cui timbri sono perfetti per i passaggi nelle radio mainstream.
Paraculo e fintissimo, “That’s The Spirit” smaschera una volta per tutte uno dei gruppi più fasulli del rock estremo degli ultimi dieci anni. I quindicenni che si ammazzano di McDonald’s il sabato sera ci andranno a nozze.
(2015, Sony / Columbia)
01 Doomed
02 Happy Song
03 Throne
04 True Friends
05 Follow You
06 What You Need
07 Avalanche
08 Run
09 Drown – New
10 Blasphemy
11 Oh No
IN BREVE: 1/5