Il pro maggiore – complice la produzione affidata all’ormai onnipresente Dan Auerbach – è il sound più maturo messo in mostra dalla band, incline in questo quarto lavoro in studio a pezzi rock piuttosto lineari e innervati di blues e psichedelia. La mano del frontman dei Black Keys è, in brani come l’iniziale Cry Baby o la seguente Mess Around, molto calcata. Forse persino troppo, tanto da correre il rischio di far annaspare i Cage The Elephant nello stesso mare in cui si barcamenano decine di altre formazioni aspiranti eredi proprio dei Black Keys.
Sweetie Little Jean ha qualcosa degli ultimi Arctic Monkeys (ed è facile capire cosa andando a riascoltare la loro “Snap Out Of It”), Trouble e How Are You True giocano di rimandi fra nuova e vecchia psichedelia (sì, i Tame Impala, sì, i Beatles) nella parte centrale del disco, mentre nelle vene di Portuguese Knife Fight scorre puro sangue d’Iguana (leggasi Iggy Pop, leggasi Stooges).
Tutto un campionario, quello elencato, che fa di “Tell Me I’m Pretty” un album che finisce per non esplodere mai veramente, moscio perché impersonale anche nei passaggi più vicini alla dimensione originaria dei Cage The Elephant. Un’occasione (in parte) sprecata per sorpassare a destra e senza freccia l’orda di emuli vari ed eventuali.
(2015, RCA)
01 Cry Baby
02 Mess Around
03 Sweetie Little Jean
04 Too Late To Say Goodbye
05 Cold Cold Cold
06 Trouble
07 How Are You True
08 That’s Right
09 Punchin’ Bag
10 Portuguese Knife Fight
IN BREVE: 2,5/5