In questo album, che può essere considerato facilmente un campionario della musica dagli anni ’60 a oggi, troviamo il post punk, il rock psichedelico degli eighties e il beat pop anni ’80 (la collaborazione con Jan Hammer, curatore della soundtrack del telefilm anni ’80 “Miami Vice”, si fa sentire). Rispetto al lavoro precedente, che aveva già ben espresso il manifesto della band, “Marble Skies” sembra non sacrificare tutto in vista di un intellettualismo eccessivo, ma cerca di sfruttare le immense capacità camaleontiche della band per un fine più alto: il divertimento dell’ascoltatore che si immerge nella musica e non si annoia mai viste le continue variazioni dello stile musicale dell’album.
Il singolo che apre l’album e gli dà il titolo è una canzone divertente in cui si alternano frasi di basso prese a prestito dal post punk, cori metallici vicinissimi a quelli dei Kraftwerk e sintetizzatori ipnotici che non possiamo non immaginare suonati da musicisti in giacca con vistose spalline. Tic Tac Toe è un elogio allo ska, Surface To Air sembra un pezzo rimaneggiato dell’ultimo Drake (quello caraibico) in cui la voce di Self Esteem ci riporta ai brani dance degli anni ’90.
“Marble Skies” dei Django Django è una prova più convincente sul versante prettamente musicale e contribuisce a dare un’identità forte alla band. Nonostante questo, l’impressione è che il gruppo britannico sia più interessato a seguire la propria mission indipendentemente dalla qualità di uno stile musicale che risente di un collage a volte un po’ eccessivo.
(2018, Because Music)
01 Marble Skies
02 Surface To Air (feat. Self Esteem)
03 Champagne
04 Tic Tac Toe
05 Further
06 Sundials
07 Beam Me Up
08 In Your Beat
09 Real Gone
10 Fountains
IN BREVE: 3/5