“LP1” è un insieme così multiforme, così variopinto da rendere complicatissima – nonché inutile – qualsiasi tentativo di definizione. Le inquietudini extraterrestri della Barnett fanno a pugni con la sensualità dirompente delle lyrics e della sua voce, in un mix di generi da pelle d’oca: è nu r’n’b quello proposto da FKA Twigs, con pezzi come Closer e Give Up a fungere da fil rouge con le atmosfere classiche del genere. Ma è anche trip hop à la Portishead declinato al futuro in un brano come Video Girl. Synth e samples si aggrovigliano fra loro in un’unica enorme matassa dal sapore dubstep (e non è un caso che nel singolo Pendulum torni a farsi sentire, ancora una volta, l’eco di James Blake) da cui sfuggono di tanto in tanto cime marcatamente pop come Lights On o Hours.
Nessun brano contenuto negli EP precedentemente pubblicati viene inserito nella tracklist di “LP1”: considerazione apparentemente di poco conto, ma che in realtà la dice lunga tanto sulla consapevolezza nei propri mezzi di Tahliah quanto sulla sua prolificità. Sarebbe stato semplice, ad esempio, riutilizzare quella “Papi Pacify” già ripresa da Anna Calvi nell’EP “Strange Weather”. E invece no.
Una produzione ai limiti del maniacale, un’attenzione per i dettagli che solo i grandissimi – o i predestinati – hanno, un continuo superamento degli schemi e la perfezione che raggiunge chi riesce ad essere immaginario ponte fra esperienze parecchio diverse fra loro, tutto questo è “LP1” di FKA Twigs. Urbano e celestiale, caldo e glaciale, l’album vive di contraddizioni e ammiccamenti, così come la sua autrice: promossa a pieni voti su tutta la linea.
(2014, Young Turks)
01 Preface
02 Lights On
03 Two Weeks
04 Hours
05 Pendulum
06 Video Girl
07 Numbers
08 Closer
09 Give Up
10 Kicks
IN BREVE: 4/5