Loro cinque, che dopo un esordio autoprodotto (“Tough Love” del 2014) hanno strappato un contratto niente poco di meno che alla Sub Pop, fanno parte del cosiddetto panorama indie rock, ma la differenza in positivo sta tutta nell’approccio: non pensano di poter spaccare il mondo, neanche ci provano. Ava Trilling (alla voce, davvero intensa) e gli altri si perdono in disinvolti languori in cui i ritmi non salgono quasi mai, vicini per estrazione a formazioni (anch’esse molto interessanti) come Palehound e Pinegrove (forse non a caso concittadini dei Forth Wanderers).
Il risultato sono dieci bolle in cui tipica indolenza adolescenziale fa a botte con tentativi di reazione smorzati sul nascere, in cui Ava s’interroga su amori presenti e passati e la sezione ritmica prova timide sortite ricacciate indietro da chitarre mai sopra le righe. No, non abbiamo trovato dei fenomeni, ma un buon motivo per dare una chance d’ascolto a tanti altri giovinastri, quello sì.
(2018, Sub Pop)
01 Nevermine
02 Company
03 Ages Ago
04 Taste
05 Not For Me
06 Be My Baby
07 New Face
08 Saunter
09 Tired Games
10 Temporary
IN BREVE: 3,5/5