L’album d’esordio dichiarava un’egemonia del pop da synth esagerato, con melodie semplici ma da tormentone figlie del coacervo romano di musica (cosiddetta) indipendente. Con il suo nuovo disco Gazzelle sembra aver fatto suo quel sentiero aperto da I Cani, Calcutta, Giorgio Poi, Pop X rimanendo un po’ troppo aderente a uno stile che, se rischia di aver stancato negli autori che l’hanno portato in auge, non può che correre il medesimo rischio se suonato da chi cerca in qualche modo di emulare dei capisaldi del genere.
Lo stile di “Punk” è ovviamente tutt’altro che punk, dominato da ballate tristi e malinconiche, in cui la chitarra acustica la fa da padrona assoluta assieme alla voce di Gazzelle. I testi sono caratterizzati da uno di quei finti attacchi di depressione post adolescenziali, da quell’apatia che spesso segue a una rottura con qualcuno/a, una tristezza ributtante, pesante e infantile che fa ribrezzo quando ci ripensiamo anni dopo e che dispiace ascoltare raccontata da qualcun altro.
La title track è la summa di questi pensieri di cui, col senno di poi, ci vergogniamo tantissimo: “Quando bevo senza te, quando faccio schifo, quando faccio schifo come te”, “Sembriamo buoni amici”. Testi che sembrano attingere da post di qualche pagina Facebook acchiappa-like, melodie semplici da dolcezza surrogata che ormai inondano le nostre playlist da qualche anno e uno stile che rischia di non aggiungere nulla a un capitolo musicale che per far parlare ancora di sé dovrebbe mettere in atto una rivoluzione.
Sicuramente “Punk” incontrerà il gusto di una fetta di pubblico targettizzata nella pubertà e nel desiderio di vivere una vita da film melenso, che si scoprirà felice di ritrovarsi così tanto in quei sentimenti marci cantati da Gazzelle, ma noi ascoltatori più attenti saremmo tentati di premere il tasto per skippare ogni traccia dopo poche note.
(2018, Maciste Dischi)
01 Smpp
02 Punk
03 Sopra
04 Tutta la vita
05 Sbatti
06 Non c’è niente
07 OMG
08 Scintille
09 Coprimi le spalle
IN BREVE: 1/5