Il brano che apre l’album, Lucy’s, è una semplice pop song cantata a due voci, mentre Where You Sink è un pezzo dai richiami shoegaze. Ci sono anche momenti più malinconici come Hire, il tutto è condito da una chitarra jingle jungle che fa pensare agli Smiths dei tempi che furono. Mentre l’anima più intimista è data dalla bassista Harmony Tividad (Chemical Freeze e All Blacked Out su tutti), le atmosfere sognanti riaffiorano verso la coda del disco (Minute in Your Mind).
Ma la perla di What Chaos Is Imaginary, che fa innalzare il livello dell’intero lavoro, è la title track, brano in parte elettronico, carico di pathos, nonostante la calma apparente. Risulta molto curato negli arrangiamenti, dopo un’introduzione caratterizzata da un loop di sottofondo creato dalle tastiere, la seconda parte invece rapisce l’ascoltatore per la presenza suggestiva degli archi.
Forse sono troppe quattordici canzoni, anche perché non mancano alcuni passaggi a vuoto che fanno perdere coesione all’intero disco. Gli arrangiamenti di base sono costruiti su una struttura pop rock, con inserti shoegaze, a dimostrazione delle tante influenze assorbite dalle Girlpool che, seppure ancora acerbe, rimangono comunque un bella realtà del panorama indie internazionale. Fragili e sognanti.
(2019, Anti-)
01 Lucy’s
02 Stale Device
03 Where You Sink
04 Hire
05 Pretty
06 Chemical Freeze
07 All Blacked Out
08 Lucky Joke
09 Minute In Your Mind
10 What Chaos Is Imaginary
11 Hoax And The Shrine
12 Swamp And Bay
13 Josephs Dad
14 Roses
IN BREVE: 3/5