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Glorytellers – Current Resident

Quel dannato orecchio malconcio che ha messo fuori causa il Geoff Farina versione Karate sarà per sempre debitore di tanta bella musica. Successe nel 2005 sancendo la fine di una storia rock apprezzata dai più. Perché se è certo che oggi, ascoltare Geoff nella sua nuova veste Glorytellers, è piacevole, malox acustico dell’anima, cofanetto prezioso, è altrettanto vero che il Farina spericolato in cintura nera del periodo bostoniano manca parecchio. Ma tant’è, la storia non va inseguita se non si vuole finire a piedi all’aria.

Concentriamoci allora sul Farina cantastorie: un artista diverso, trovatore, che percorre in senso contrario le radici della musica americana. Un vero e proprio “storyteller” con chitarra acustica e foglia secca tra le labbra. Current Resident, terzo capitolo discografico a nome Glorytellers, è una bomboniera di canzoni di porcellana, un cadò da mercatino sfoggiato sulla libreria di casa. Insistiamo su metafore casalinghe perché è questa la dimensione naturale delle otto canzoni che compongono il disco.

E allora, fate bollire l’acqua e scioglietevi dentro l’infuso ora blues (Barely Born), ora ballads (No Vacancies), ora dylan style (Rekindle) dell’album… si sprigionerà per tutto l’appartamento il profumo delicato del folk di Farina che s’accontenta di quel che c’è in conserva: prende un mandolino, pizzica una chitarra, canta in punta di piedi e a piedi scalzi. E poi scrive canzoni che raccontano la vita filtrata dalla fessura di una serranda stavolta affacciata sul tramonto di Chicago e non più di Boston. Perché là fuori la guerra è finita, parola di Geoff.

(2013, Damnably)

01 You Ain’t On Your Way To Hell
02 Posthumously
03 Electric Spire
04 Barely Born
05 No Vacancies
06 Rekindle
07 New T-Shirt
08 So Long Before Her Grave

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