Saltato a ragione sulle prime pagine delle riviste specializzate di mezzo mondo, questo formidabile esordio cresce ascolto dopo ascolto con le sue diciannove coltellate quasi tutte sotto i tre minuti. A eccezione di qualche inutile intermezzo, l’opera produce una quantità di singoli tra cui c’è solo l’imbarazzo della scelta. La disperata Burn The Steak? Il marcissimo blues rock di Viper Fish e Cracker Drool? La sghemba aggressività à la Butthole Surfers di The Man With No Heart Or Brain? Scegliete voi. Se siete dei tipi più tradizionali, c’è il classico punk di The Man. Se vi piacciono le ballad elettriche, troverete ciò che cercate in Lay Down e Throw Me A Bone. E così via.
Di nuovo: escluse delle parentesi non proprio necessarie (A Swamp’s Dog Tale, Moonlit Monkey, Hank’s Theme, Dance Of Dirty Leftovers) che non sempre ripartiscono bene gli umori dell’album, Goat Girl è un disco che certamente non innova, ma che rielabora una vecchia teoria con saggezza e biodiversità da veterani. L’ultima traccia, Tomorrow, sintetizza al massimo il carattere della band: “Tomorrow, tomorrow never comes / What kind of a fool do they take me for? / Tomorrow, a resting place for bums / A trap set in the slums, but I know the score”.
Quattro musiciste giovani, vitali, attente, preparate e incazzate – ma in pieno controllo della loro rabbia. Pensare a domani non è corretto. C’è un gran bel presente in corso, e si sente forte e chiaro.
(2018, Rough Trade)
01 Salty Sounds
02 Burn The Stake
03 Creep
04 Viper Fish
05 A Swamp Dog’s Tale
06 Cracker Drool
07 Slowly Reclines
08 The Man With No Heart Or Brain
09 Moonlit Monkey
10 The Man
11 Lay Down
12 I Don’t Care Part 1
13 Hank’s Theme
14 I Don’t Care Part 2
15 Throw Me A Bone
16 Dance Of Dirty Leftovers
17 Little Liar
18 Country Sleaze
19 Tomorrow
IN BREVE: 4/5