Il volume 4 comprende i primi cinque brani in scaletta e ha i suoi acuti nei rimandi ai Cerberus Shoal di Self-Hypnosis e negli autunnali rintocchi di pianoforte di Up All Night (che anticipa il tema melodico di quella che sarà “Daughters Of Bilitis” del capolavoro “Deep Politics”).
Sono invece dello scorso anno i due brani estratti dallo split in condominio con i Pharaoh Overlords, ovvero il volume 5: Pale Purple Blues con i suoi singulti ritmici e l’avvolgente calore di Chariots dalle venature western con quell’armonica in lontananza.
Chiudono la raccolta quattro inediti che seguono la strada intrapresa negli ultimi anni, ovvero un post-rock dalle evidenti sfumature cinematografiche che ha in melodie epiche il punto di forza indiscusso. A Mansion Has Many Rooms ricorda vagamente i Blonde Redhead, band parecchio affine allo stile dei Grails; in Corridors Of Power III riecheggia lo spirito primitivo della traccia omonima presente in “Deep Politics”, mentre i delicati fraseggi acustici di Ice Station Zebra si connettono all’altro masterpiece del gruppo, “Burning Off Impurities”. A far calare il sipario ci pensa il sinistro rumorismo di Penalty Box, qualcosa a metà strada tra Lustmord e Throbbing Gristle ma intarsiato con le caratteristiche chitarre urlanti.
Pubblicazione strettamente rivolta ai seguaci – alcuni dei quali già possiedono due terzi dell’opera – ma che conferma i Grails come una delle migliori espressioni del rock strumentale venute allo scoperto da 13 anni a questa parte.
(2013, Temporary Residence)
01 I Want A New Drug
02 Self-Hypnosis
03 Invitation To Ruin
04 Wake Up Drill II
05 Up All Night
06 Pale Purple Blues
07 Chariots
08 New Drug II
09 A Mansion Has Many Rooms
10 Corridors Of Power III
11 Ice Station Zebra
12 Penalty Box