Di queste ultime, purtroppo, si parla parecchio e si ascolta ancora di più. Delle prime, ad esempio, fanno parte gli Holiday INN. Torbido è il loro primo LP dopo una serie di cassette, 7’’, apparizioni varie ed eventuali su compilation occulte. Valeva la pena aspettare. Sembra di ascoltare, per dirla proprio alla romana, i Suicide de noantri – ma privi di quella nota di ironia propria dell’espressione. C’è poco da scherzare d’altronde: il duo confeziona un album synth punk essenziale, durissimo, acuminato.
Le ritmiche veloci, ossessive e reiterate di brani come Dirty Town o No Speaking si mescolano agli stagni sincopati e acidissimi di The Closer I Get e Black Sun, sino all’ultima bellissima traccia. “Torbido” – parola che si ripete mentre sale una base moderatamente drone – non è soltanto il nome del disco, ma la definizione più calzante dell’umore sonoro della coppia composta da Gabor e Bob Junior: un incesto che nel nostro paese trova poche similitudini.
Come spesso accade, per vedere un po’ di luce nell’abbastanza miserevole produzione nostrana, è necessario guardare dove l’oscurità è maggiore. In questo senso, auguriamo agli Holiday INN di risalire da un buco sempre più nero, di dominare una spirale ancora più nebbiosa, di sopravvivere a incubi sempre peggiori.
(2018, Avant! / Maple Death)
01 She
02 Dirty Town
03 The Closer I Get
04 I Don’t Want To Die (I’m Going To Kill You)
05 Black Sun
06 Feel Free! (feat. D.a.P.)
07 They Wanted It
08 No Speaking
09 Torbido
IN BREVE: 4/5