Nati come progetto estemporaneo, gli I Hate My Village di Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), Fabio Rondanini (Calibro 35, Afterhours), Marco Fasolo (Jennifer Gentle) e Alberto Ferrari (Verdena), con un solo omonimo album pubblicato a inizio 2019 avevano suscitato un certo diffuso interesse per l’ottima miscela di psichedelia, blues, ritmiche afro e divagazioni etniche varie ed eventuali. Un campionario non comunissimo alle nostre troppo spesso banali latitudini, specie se trattato bene come nel loro caso (il riferimento più limpido l’abbiamo sempre intravisto nei misteriosi svedesi Goat, formazione che affonda le radici nello stesso magma degli IHMV).
Le quattro tracce che compongono il loro nuovo EP Gibbone vengono da molto lontano, sono state “perfezionate” (per quanto possa valere questo termine, capirete perché) in periodo di pandemia ma erano già state incise prima, durante alcune di quelle session d’improvvisazione e flusso di coscienza che sono il modus operandi con cui i quattro si ritrovano bene a lavorare, modus che non è affatto una circostanza accessoria del risultato finale. Incisi su cassetta con un registratore analogico a quattro tracce, infatti, nei loro venti minuti complessivi i brani dell’EP non sono altro che una testimonianza fedele del momento esatto in cui sono stati concepiti e suonati, oggetto solo di un marginale lavoro di revisione che non ne ha intaccato la natura volutamente improvvisativa.
Etno-ambient, così l’hanno presentata gli IHMV la loro proposta targata 2021 e non gli si può certo dare torto, visto che gli undici minuti della title track basterebbero da soli a rispondere in pieno all’etichetta affibbiatagli, una psichedelia spaziale e atmosferica che lancia il pezzo in un’orbita dai forti richiami ancestrali. La sporcizia lo-fi di Ami si addice benissimo al ritmato incedere sahariano della sezione ritmica, mentre Hard Disk Surprize con i suoi synth gracchianti declina in una chiave più rumoristica le stesse elucubrazioni del resto dell’EP. L’unica delle quattro tracce a collegare “Gibbone” al self titled è proprio il singolo Yellowblack, non a caso anche unico brano con la voce in evidenza e una melodia più immediata.
Che la creatura I Hate My Village fosse estremamente interessante (e variegata) lo sapevamo già, non occorreva certo “Gibbone” a ricordarcelo, ma il modo in cui questo breve EP (opera di passaggio ed evoluzione a tutti gli effetti) apre a nuovi percorsi per le produzioni della band, lascia davvero una curiosità enorme su dove potranno andare a parare i quattro con il loro prossimo lavoro sulla lunga distanza (che, a quanto pare, non sembrerebbe essere poi così lontano).
(2021, La Tempesta)
01 Yellowblack
02 Gibbone
03 Ami
04 Hard Disk Surprize
IN BREVE: 3,5/5