Dopo qualche tentativo di snaturamento provato saltuariamente nel corso degli anni, Paul Banks e soci hanno definitivamente compreso come la dimensione in cui gli Interpol riescono a dare il meglio sia quella di un post punk secco e lineare, senza particolari vie di fuga se non qualche puntatina new wave. L’ultimo “Marauder” va in questa direzione, la stessa in cui procede anche A Fine Mess, un EP figlio delle medesime session dato alle stampe a stretto giro col fratello maggiore, testimonianza di una positiva urgenza produttiva da parte degli Interpol che – diciamolo chiaramente – avrebbero potuto mettere da parte queste cinque tracce e, aggiungendone altrettante, ripresentarsi tra un paio d’anni con ancora un altro disco.
Invece le tracce hanno visto la luce adesso ed è un bene, perché Fine Mess, No Big Deal, Real Life (soprattutto questa), The Weekend e Thrones allungano la positiva scia di “Marauder” e dimostrano ulteriormente come gli Interpol siano ancora oggi e con una certa costanza nel tempo tra i meglio sopravvissuti all’ondata revival di inizio anni Zero. La produzione di Dave Fridmann – ovviamente al timone anche qui come nelle altre tracce di quelle session – sembra davvero rendere giustizia alla resa live degli Interpol, da sempre punto di forza della band e mai così cristallizzata su disco come da quando lavorano col produttore ex Mercury Rev.
Si potrebbe obiettare che, vista proprio la natura “stand alone” del formato EP, gli Interpol con “A Fine Mess” avrebbero potuto provare a rimettersi in gioco aggiungendo qualche voce al proprio vocabolario sonoro, rischiando ma in fin dei conti neanche troppo. Ed è vero, senza alcun dubbio. Ma in fondo, perché cambiare una formula che funziona molto bene? Questi Interpol graffiano ancora e conviene tenerseli stretti.
(2019, Matador)
01 Fine Mess
02 No Big Deal
03 Real Life
04 The Weekend
05 Thrones
IN BREVE: 3/5