And the most entertaining record of 2024 goes to. Potrebbe cominciare così, la presentazione di No Hands: un disco divertentissimo e divertitissimo per nostalgici di quel miracolo che furono i Beastie Boys. Certo si farebbe presto, direbbe qualcuno, a bollare Joey Valence & Brae come una semplice declinazione degli intergalattici calata nel suo tempo. Ah sì? Forse in realtà non si farebbe un torto né agli uni né agli altri, invece. E trovatela una lusinga migliore per due bianchi americani che rappano.
La verità è che il duo di Pennsylvania State ti ride in faccia col suo zero fucks given feeling, va dritto al sodo come il cucchiaio nel tiramisù e alla fine non si può che definire, prendendo in prestito un pezzo dell’opera, LIKE A PUNK. È davvero un male? Affatto. Perché il secondo album in studio di questi enfants terribles, con la loro incredibile attitude arriva comunque come una ventata d’aria fresca, specie nei suoi momenti più dancefloor/bass-oriented: BUSSIT, PACKAPUNCH (con quel fenomeno di Danny Brown, nientepopodimenoche), THE BADDEST, WHAT U NEED.
C’è comunque una bella parte del campionario campionato vecchia scuola: fiati sbarazzini (NO HANDS, INTERMISSION 2), piani boogie (DOUGHBOY), orchestrine funk/gospel (OMNITRIX). Tanto per non farci mancare nulla. E infatti non manca nulla perché non c’era mai stato nulla di preteso, easy as that. Joey Valence & Brae non vogliono assolutamente raccontarti niente di nuovo. Vogliono solo, genuinamente, farti muovere il culo.
2024 | JVB
IN BREVE: 3,5/5