Da quando esiste internet a un artista basta avere la faccia giusta, beccare il brano giusto, magari supportato dal video giusto, per ritrovarsi sbattuto in un attimo sulle riviste che contano. E, di conseguenza, con il mondo che ne parla e tutti pronti a tirare fuori teorie più o meno improvvisate sulle motivazioni dell’estemporaneo successo.
Un po’ quello che è successo alla newyorkese Elizabeth Grant, nota ai più con lo pseudonimo di Lana Del Rey. Un EP, “Kill Kill”, per rompere il ghiaccio nel 2009. Poi un primo album, “Lana Del Rey A.K.A. Lizzy Grant”, passato inosservato nel 2010 e finalmente il botto col singolo giusto tirato fuori dal cilindro al momento giusto: Video Games, questo il titolo, ha fatto parlare della Grant in ogni dove quando, nella sostanza, di concreto c’era ancora ben poco. Grazie a quell’incontrollabile hype, però, questo Born To Die e la sua autrice non potevano che salire agli onori della cronaca come il nuovo fenomeno pop in circolazione.
Perché di pop si tratta, in fondo. Soprassedendo su qualsiasi valutazione snobistica che potrebbe anche legittimamente sorgere, bisogna ammettere che il pop di Lana è di quelli fatti come si deve. A cominciare dal già citato singolo e dagli altri due Born To Die e Blue Jeans, perfetto connubio fra l’orecchiabilità delle melodie pop e la vena scura e un po’ retrò del cantato e delle lyrics della Del Rey, il tutto accompagnato da archi e ritornelli a presa rapida. Un po’ Madonna (Dark Paradise, This Is What Makes Us Girls) un po’ Kate Bush (Million Dollar Man, Summertime Sadness), gli spunti presenti in “Born To Die” vanno dall’hip hop (Off To The Races, Diet Mountain Dew) al trip hop (Carmen), tra frasi sussurrate e nostalgia dilagante (finta o no, non sta a noi dirlo).
Mettendo dunque da parte almeno per un attimo i rumors, il gossip, le battute e i giochi di parole, è chiaro che ci troviamo di fronte a un lavoro ben fatto e ben prodotto, di un’artista giovanissima che ha quantomeno il merito di avvicinare e mettere d’accordo spaccati di ascoltatori con visioni diametralmente opposte. Se queste sono le premesse, Lana Del Rey avrà molto altro da dire nel prossimo futuro.
(2012, Interscope)
01 Born To Die
02 Off To The Races
03 Blue Jeans
04 Video Games
05 Diet Mountain Dew
06 National Anthem
07 Dark Paradise
08 Radio
09 Carmen
10 Million Dollar Man
11 Summertime Sadness
12 This Is What Makes Us Girls
IN BREVE: 3,5/5