Si potrebbe scegliere di cominciare da tutto ciò, tutto in una volta, per capire quanto sia straordinario questo I’m All Ears: album destinato a classificarsi, insieme all’esordio queer di SOPHIE, come la pop sensation del 2018. Bellissimo l’avvio: l’hardcore-art-pop frammentato e schizofrenico di Hot Pink, il singolone malinconicamente synth It’s Not Just Me, la progressione dance di Falling Into Me.
Siamo di fronte a un disco lungo, sfaccettato, stratificato eppure destinato con successo alla larga fruizione. Tutti i pezzi migliori, accomunati dal comune fil rouge della canzone d’amore, faticano a uscire dalla testa già al primo ascolto: è certamente il caso di I Will Be Waiting, che precede la lunga, vagamente psicheledica Cool & Collected.
Già a questo punto, il lavoro è bello che diviso in due momenti distinti e distanti: il primo certamente più spumeggiante, il secondo più dilatato e crepuscolare. Ci pensa la chilometrica e riassuntiva Donnie Darko e fare di tutta l’erba un fascio, nei suoi oltre undici minuti di psych pop difficilissimi da classificare (Animal Collective? CocoRosie? Lorde?) con splendido finale in crescendo e distendendo.
Uno degli ultimi versi di questa seconda firma a nome Let’s Eat Grandma recita così: “Volevo restituire ciò che avevo detto in precedenza, ma non sono riuscita a trovare lo scontrino”. È proprio il caso di citarlo, perché la sensazione generale – in realtà molto più di una sensazione, ormai da tempo – è che la musica mainstream stia parlando una lingua molto diversa dal passato, che non può più essere rimangiata. È ora che le vecchie generazioni, le grandmas – per l’appunto – si guardino bene dalle fauci degli enfants terribles come Rosa e Jenny.
(2018, Transgressive)
01 Whitewater
02 Hot Pink
03 It’s Not Just Me
04 Falling Into Me
05 Snakes & Ladders
06 Missed Call (1)
07 I Will Be Waiting
08 The Cat’s Pyjamas
09 Cool & Collected
10 Ava
11 Donnie Darko
IN BREVE: 4/5