La fotografia soggiace a quella che fu definita come poetica del pittorialismo, una specie di derivazione del movimento impressionista che aveva lo scopo specifico di elevare il mezzo fotografico a forma d’arte: la naturale conseguenza fu lo spostamento dagli studi agli spazi aperti e la sperimentazione di nuove tecniche e accorgimenti meccanici, come ad esempio l’uso di nuovi filtri. Ma il carattere che viene principalmente sviscerato da Scott in Equivalents (che poi sarebbe il titolo di una serie di fotografie di Stieglitz risalenti al decennio compreso dal 1925 al 1934) è quello del bianco e nero, che nelle sue composizioni viene reso con quello stesso carattere monocromatico delle opere che lo hanno ispirato e con quella stessa acquiescenza che si può riconoscere nello stile tipico dell’artista, anche nella sua già vasta e buonissima produzione.
Il lavoro è quello di un compositore moderno e intellettuale, capace di cogliere i riferimenti e di mettere assieme i pezzi con grande intelligenza e la sapienza di un artigiano: tutte le musiche sono state costruite rielaborando campioni di pianoforte registrati da Ryuichi Sakamoto per un tributo a Glenn Gould. Non vi aspettate tuttavia nessuna suite di piano: le note del grande compositore giapponese riecheggiano e fanno capolino solo di tanto in tanto, la musica viene infatti ricondotta alla forma di materia e plasmata dalle mani di Scott come se questi la lavorasse lentamente e con minuzia a un tornio. È il trionfo dell’uomo, nulla di quello che vi è all’interno di questo album costituisce una sequenza automatizzata.
Allo stesso tempo c’è la costante dei lavori di Scott e dell’egida della Kranky, che riguarda lo studio e le considerazioni sulla natura degli spazi, qui lo spazio aperto e le nuvole raffigurate nelle serie di Stieglitz, ma è bene sottolineare che è un’opera per lo più alta, come sempre manca ogni caratteristica “pop” e lo stesso trattamento del “monocromatico”, tuttavia, se richiede una particolare conoscenza della materia e una formazione classica, non è di per sé particolarmente accattivante se non si accompagna a processi di reminiscenza e di contemplazione metafisica. Il suo messaggio non è tanto accademico quanto invece interdisciplinare, e questo lo rende interessante agli addetti ai lavori per ragioni di tipo speculativo e paga pegno allo stesso pittorialismo.
(2019, Kranky)
01 Equivalent 1
02 Equivalent 3
03 Equivalent 6
04 Equivalent 5
05 Equivalent 2
06 Equivalent 8
07 Equivalent 7 (feat. Secret Pyramid)
08 Equivalent 4
IN BREVE: 2/5