Già in occasione del suo esordio sulla lunga distanza, “Aliso” del 2018, avevamo detto come nell’ispirazione e, di conseguenza, nella proposta di Malena Zavala convivessero con naturalezza le svariate anime che la musicista argentina trapiantata in Inghilterra ha inevitabilmente dentro di sé. Inevitabilmente perché le radici non si possono cancellare neanche volendo, i racconti di famiglia, il sangue che scorre sempre per ricordarti da dove vieni e aiutarti a capire dove andare. Nel debutto Zavala ci aveva ammaliati con un dream pop caldo e luminoso, una buona e personale reinterpretazione di quello di blasonati colleghi come i Beach House, condito da una cospicua dose di salsa lisergica.
Con La Yarará le carte in tavola cambiano per non cambiare. Ci spieghiamo meglio: è chiaro che, ascoltando questo sophomore di Malena e confrontandolo col suo predecessore, ci si accorga immediatamente della sopraggiungente maturità, di arrangiamenti più puliti e se vogliamo precisi, di uno sguardo anche attento gettato su profili mainstream. Più in generale, sembra che Malena abbia preso consapevolezza di come e dove incanalare la sua creatività, senza dover necessariamente scegliere da che parte stare.
L’aspetto che salta all’occhio è in prima battuta l’uso della lingua spagnola, assente in “Aliso”. Il richiamo delle radici porta brani come En la noche o la title track (a proposito, la traduzione letterale è “la vipera”) ad accentuare esponenzialmente le vene latine che nel 2018 erano solo accennate in certe ritmiche. Qui alle ritmiche s’aggiungono il calore della lingua e una serie di espedienti melodici − ed è a questo che ci riferivamo poco sopra quando parlavamo di “profili mainstream” − che guardano, con i dovuti distinguo, al più recente sdoganamento di certe sonorità avvenuto anche in ambienti “alternativi”, grazie soprattutto a quanto fatto da un’artista come la spagnola Rosalía.
Come dicevamo, Malena non sembra avvertire la necessità di prendere questa o quella strada, così nella tracklist di “La Yarará” trovano spazio brani come I’m Leaving Home che hanno un sapore decisamente più boreale che australe (e che s’avvicinano maggiormente a ciò che conteneva “Aliso”), i meravigliosi fiati caraibici di Compay e poi ancora la delicatezza dreamy di Memories Gone, brani in cui Zavala suona di tutto, dalla più classica sei corde acustica ai synth, passando per la strumentazione etnica che fa la sua bella figura nel disco decretandone le più interessanti particolarità.
S’era già capito quanto potenziale avesse Malena Zavala, quanto le mille sfumature che la rappresentano avessero solo bisogno di maturare e fermentare per esplodere del tutto e farla conoscere per quello che è e che può dare. E “La Yarará” è questo, l’esatto momento in cui un’artista promettente diventa un’artista da non perdere più di vista.
(2020, Yucatan)
01 What If I
02 En la noche
03 I’m Leaving Home
04 La Yarará
05 Identity
06 Memories Gone
07 Compay
08 Paraná
09 Ritmo de vida
10 Naturaleza
IN BREVE: 4/5