Per non dimenticare il forte attivismo che ha guidato ogni suo singolo lavoro, Borders che anticipa e apre l’album, ma anche Jump In e Visa, lasciano un’impronta fortemente politica: “Guns blow doors to the system / Yeah fuck ‘em when we say we’re not with them / We solid and we don’t need to kick them / This is North, South, East, and Western”. Ognuno di questi brani descrive la condizione di rifugiata politica vissuta dall’autrice in passato, che ritorna a essere oggi una condizione di estrema attualità.
Ritroviamo l’anima dancehall di M.I.A. in Go Off (prodotta da Skrillex e Blaqstarr) e Talk, che ha l’unico difetto di durare troppo poco. Infine Bird Song, proposta in una doppia versione, che vede Diplo vincitore su quella firmata ancora da Blaqstarr. Non risulta invece vincente Freedun, con la collaborazione sfidante di Zayn Malik, ex membro dei One Direction.
Se si dovesse trattare, come dichiarato dalla stessa Mathangi, del suo ultimo lavoro non sarebbe certo il miglior sigillo per una carriera in realtà brillante, in cui si è distinta come una delle artiste che ha osato maggiormente nell’ambito mainstream, rompendo barriere e spingendosi sempre oltre. Il voler rompere troppo quelle barriere, però, in questo contesto l’ha portata a fare un uso eccessivo di elettronica e sintetizzatori, che sfociano in più passaggi in suoni ripetitivi.
(2016, Interscope)
01 Borders
02 Go Off
03 Bird Song (Blaqstarr Remix)
04 Jump In
05 Freedun (feat. Zayn)
06 Foreign Friend (feat. Dexta Daps)
07 Finally
08 A.M.P. (All My People)
09 Ali r u ok?
10 Visa
11 Fly Pirate
12 Survivor
13 Bird Song (Diplo Remix)
14 The New International Sound – Pt. 2 (feat. GENER8ION)
15 Swords
16 Talk
17 Platforms
IN BREVE: 3/5