È il punk questo: lo sapevamo allora, e lo sappiamo oggi che gli Oxbow tornano in pista con Thin Black Duke. Dieci anni dopo. Ma che fine avevano fatto? Dietro quali pieghe Eugene aveva nascosto il suo enorme tronco d’ebano? Un po’ di collaborazioni con Zu, Xiu Xiu e altre cose sparse qua e là. Ma ora torna a casa perché… sono gli Oxbow la sua casa. E lo si sente subito nelle otto tracce che compongono il corpo di questo “sottile duca nero”. Canzoni entusiasmanti, rock, vigorose. Un suono scintillante, quello della band di San Francisco, che ci fa fare pace con certi elettrodi e certi fumi di vapore.
Eugene canta, ringhia, farfuglia, portando il pathos sempre nella direzione giusta. La grande disperazione degli Oxbow prende quota in pezzi come Letter Of Note, in cui lo spoken di Eugene viene speronato da chitarre e violini, oppure nella definitiva The Finished Line: sei minuti di sali-scendi, stop&go tra piogge, angosce, politica e amore.
Cold & Well-Lit Place conficca l’ascoltatore nelle vicende di questo duca sovrastato dai sensi, Ecce Homo, il capolavoro del disco, è un tripudio di rock variegato: buio, trombe, quartetto d’archi, urla di Robinson, pianoforte, cattive sensazioni. Una canzone, quest’ultima, che toccherebbe dentro anche uno come il diavolo. E mentre i suoni sono caldi e il culmine sta per essere raggiunto, gli Oxbow vanno via lasciandoci con un sapore forte sul palato. È il punk. Lo sapevamo ieri e lo sappiamo oggi.
(2017, Hydra Head)
01 Cold & Well-Lit Place
02 Ecce Homo
03 A Gentleman’s Gentleman
04 Letter Of Note
05 Host
06 The Upper
07 Other People
08 The Finished Line
IN BREVE: 4/5
furono da spalla agli ISIS , andai per loro e mi ritrovai questo follo come gruppo spalla… non era nudo ma in mutande ma devo dire che fu abbastanza shoccante … poi Salirono sul palco Aaron turner e soci . forse il concerto più bello della mia vita.