Paul Smith, voce dei Maximo Park, in ciò non ha fatto eccezione: dopo quell’esordio fulminante che fu “A Certain Trigger” nel 2005, la band si è persa in uscite che hanno lasciato se non infastiditi quantomeno indifferenti. E anche il suo esordio da solista, “Margins” del 2010, non è che avesse riscosso chissà quali consensi. Ma Smith è caparbio, ha messo in piedi una nuova band, i The Intimations, e ci riprova nuovamente con questo Contradictions.
Ciò che salta all’orecchio è come il punto di riferimento principale resti pur sempre la new wave, ma se in passato era la declinazione post punk a prevalere adesso è quella più liquida di mostri sacri come i The Cure a farsi sotto, vedi brani come I Should Never Know o Coney Island (4th Of July). In generale gli spigoli vengono smussati in favore di una certa rotondità, come nel caso della trasognata All The Things You’d Like To Be o del sapore slowcore di Fill In The Blanks (sicuramente l’episodio più interessante della tracklist). C’è anche un momento che tende al cantautorato, il brevissimo intermezzo The Golden Glint, mentre solo un paio di brani riportano alla mente ciò che ha fatto in precedenza Smith, ovvero People On Sunday e Fluid Identity.
“Contradictions” non sarà l’album della svolta per la carriera di Smith, le tredici tracce risultano persino un po’ troppe, peraltro nessuna imprescindibile, ma il disco finisce per farsi ascoltare senza sussulti di fastidio né – e questo è molto importante – indifferenza. Ordinario ma piacevole.
(2015, Billingham)
01 The Deep End
02 Break Me Down
03 Reintroducing The Red Kite
04 Before The Perspiration Falls
05 All The Things You’d Like To Be
06 I Should Never Know
07 The Golden Glint
08 Fill In The Blanks
09 People On Sunday
10 Coney Island (4th Of July)
11 The Mezzanine Floor
12 Quick
13 Fluid Identity
IN BREVE: 3/5