Una traiettoria multipla in sette tracce che prende nettamente le distanze dai precedenti lavori con le rispettive band per abbracciare climax notturni, disturbati e regno di ombre allungate sintetiche.
Disco strano e a momenti destabilizzante, ma ricco di humus e pathos “creativo” che – se ascoltato nella mischia modaiola contemporanea – è come un pugno in un occhio, ma contestualizzato tra le cose da inseguire con la mentalità della “scoperta” c’è da perdersi dentro senza uscirne per un pezzo. Psichedelia e sperimentazione padroneggiano nella tracklist, come le atmosfere e le onde oniriche che si inseguono, un flusso cerebrale dentro sette brani che spaziano liberi tra stili e pressurizzazioni uditive e che danno all’ascoltatore il senso di un viaggio fantasmagorico, unico.
Prende il nome da una pianta sognata e “reincarnata” da Seim, la Gunnera appunto, che cresce sulle rive del fiume Giordano (La Terra Biblica) e che poi il trio avvolge tra mille fascinazioni alcaloidi. E se poi vengono fuori i muggiti ancestrali di Benthos, un filo di congiunzione col Beck pazzoide in Work For Me e How To Build A Tube o l’alieno capogiro di Promised Land, ecco che tutto meravigliosamente si spiega. Raramente, ma il “make fool” qualche volta premia.
(2015, Jurassic Pop)
01 Benthos
02 You Shall Know The Spirit
03 Work For Me
04 El Dorado
05 The Ol’ River Gang
06 How To Build A Tube
07 Promised Land
IN BREVE: 3,5/5