Chiude i suoi Piano Magic a ben vent’anni dalla nascita e lo fa con un disco che già prima di uscire definisce “final album”. “Nessuna sorpresa, nessun colpo di scena. L’album finale eccolo qui, cercate di godervelo” – è quello che avrà pensato. Closure, il dodicesimo disco della loro carriera, ha un titolo che richiama la celebre canzone “No Closure” del 2000 e che ne è la versione capovolta, appunto votata al concetto di fine. La title track si snoda in quasi undici minuti di vapori densi e oscurità da catarsi. E tutto il disco è uno sfogliare di fotografie in bianco e nero, una consapevole marcia funebre ma dai suoni brillanti.
Una chiusura in grande stile per la band londinese che significa: coraggio di dirsi addio prima che sia il tempo a imporlo. Una storia raccontata in I Left You Twice, Not Once, brano in cui si rimane ipnotizzati dalle luci tiepide e da certo pianoforte che balla la sua danza più sbilenca ma sublime. Qui Glen sospira: “Ti ho lasciata due volte, non una. La prima è passata inosservata, tu stavi ancora tra le mie braccia. Non ho saputo dirti addio in maniera migliore”. Il magnifico assolo di tromba di Attention To life è poi da groppo al cuore, così come quello di organo che si muove, dolce, seguendo i battiti.
Ci sono brani anche più “freddi” come Exile, in cui le pulsazioni elettroniche strisciano in un immaginario più impersonale. E quelli più americani che sanno di erba fredda come You Never Stop Loving (The One That You Loved). Ma, appunto, noi non potremo mai smettere di amarvi, cari Piano Magic. Firmato: i vostri ascoltatori di sempre.
(2017, Second Language)
01 Closure
02 Landline
03 Exile
04 Let Me Introduce You
05 Living For Other People
06 You Never Stop Loving (The One That You Loved)
07 Attention To Life (feat. Peter Milton Walsh)
08 I Left You Twice, Not Once
IN BREVE: 4,5/5