L’album appare scollato e le tracce, sebbene possano essere viste come momenti, come istanti che il musicista vuole raccontarci, sembrano essere dei tentativi di rivedere il già fatto, di riprendere in mano i suoi vecchi lavori. I generi musicali si mescolano senza soluzione di continuità, ma tendono a virare verso la techno, alternando atmosfere dance (ne sono una prova i beat di Anymore) a un’elettronica asservita a un’atmosfera struggente (come in Country) per arrivare a un revival che sembra essere uscito direttamente dagli anni d’oro del pop degli eighties (Now The Water).
I temi sono quelli cari a Maine: la malinconia, la riflessione, l’introspezione elevata da uno stile musicale che sembra condensare il meglio dell’elettronica degli anni ’80 e ’90. Porches rende subito palese l’intento di esprimere la sua fragilità sin dal brano di apertura (Leave The House) e dal primo singolo estratto (Find Me). L’album esprime bene la voglia di Maine di innovare lo stile musicale ma lo fa tenendo troppo in considerazione i suoi lavori precedenti.
Certo, la sua abilità di compositore e la voce alterata dall’autotune (che può benissimo venire intesa come il tema dell’album) rendono l’opera più che apprezzabile, ma dopo “Pool” ci si aspettava molto di più da Porches, artista che sappiamo bene quanto possa stupire con le sue sperimentazioni. La sensazione è che tutto verrà deciso alla prossima pubblicazione, qualora ci sarà.
(2018, Domino)
01 Leave The House
02 Find Me
03 Understanding
04 Now The Water
05 Country
06 By My Side
07 Åkeren
08 Anymore
09 Wobble
10 Goodbye
11 Swimmer
12 W Longing
13 Ono
14 Anything U Want
IN BREVE: 3/5