[adinserter block="3"]
Home RECENSIONI PUP – The Unraveling Of PUPTHEBAND

PUP – The Unraveling Of PUPTHEBAND

Gli ultimi ricordi italiani che possiamo avere dei PUP risalgono ormai a tre anni fa, periodo di pubblicazione dell’ottimo “Morbid Stuff” (2019): l’ultima giornata da tutto esaurito del Bay Fest di Bellaria Igea Marina con i The Offspring come headliner, e a novembre al Circolo Ohibò di Milano, che la pandemia ha purtroppo portato via con sé. Non sono i classici punk rocker canadesi “purosangue”, ma le loro performance non sono mai inferiori alle aspettative, così come le loro produzioni: attorno al sarcasmo tagliente delle liriche e dell’inconfondibile stile fumettistico che contraddistingue l’estetica della band ruotano temi importanti (primo tra tutti, quello della salute mentale), un’anima catchy a metà tra pop punk e indie rock, e una più dura post-hc, ridotta negli ultimi anni in favore di un giusto equilibrio per la voce di Stefan Babcock, provata dal modo di cantare dei primi due lavori.

Alla produzione del nuovo The Unraveling Of PUPTHEBAND, insieme al gruppo, figura anche Peter Katis, collaboratore di, tra i tanti artisti di spicco, The National, Interpol, Mercury Rev, Kurt Vile e Japandroids, mentre il sound prosegue sul sentiero già tracciato dal suo predecessore con qualche novità. Il piano e la voce sghemba di Stefan nell’apertura Four Chords, traccia che cresce e si estingue in uno stridio di chitarre, mettono in chiaro ulteriormente la volontà della band di uscire dai confini punk e noise, fregandosene altamente di chi non tollera le contaminazioni tra i generi, e vengono ripresi in altri due brevissimi passaggi nel corso del disco (Four Chords Pt. II: Five Chords, Four Chords Pt. III: Diminishing Returns).

I cori anthemici del ritornello à la “Morbid Stuff” e le sonorità più dure dei primi dischi si alternano abilmente nella valida Totally Fine e nella vena nostalgica di Matilda, che dietro alla dedica ad una delle chitarre preferite di Stefan, nasconde la storia di un’amicizia dove non si è riusciti a dare il 100%, prendendo più di ciò che si riusciva a dare. Sentimenti veri e idiozie “sintetiche” sono al centro delle bizzarre melodie di Robot Writes A Love Song, checita “Black Hole Sun” dei Soundgarden, mentre i bei riff di Relentless, ideale continuazione di brani come “Kids” o “Scorpion Hill”, sono focalizzati sulla sindrome “up and down” causata dalla depressione

Si rialzano drasticamente i toni con Waiting, brano che vede ospite Kathryn McCaughey dei connazionali NOBRO e tratta l’importanza della psicoterapia, non accessibile a tutti a causa dei prezzi elevati, sorprendendo con l’intro sintetica della successiva e trascinata Habits. L’interessante Cutting Off The Corners si divide in due parti, la prima melodica e la seconda dominata dal graffio delle chitarre di Babcock e Steve Sladkowski, le quali vengono inasprite ulteriormente nella potente Grim Reaping, dove oltre alla bassline spiccano una tromba e un trombone, chiudendo con la distruttiva PUPTHEBAND Inc. Is Filing For Bankruptcy, in cui spunta a sorpresa un sassofono.

Né punk, né indie, né tantomeno abbastanza orecchiabile da poter essere definito puramente “commerciale”, “The Unraveling Of PUPTHEBAND” tratta argomenti seri nell’unica maniera conosciuta da Babcock & co., ovvero con autoironia e schiettezza, e sfruttando quell’altalena sonora, ormai tratto distintivo dei PUP, che si accompagna al meglio ai pensieri e alle emozioni descritte, ottenendo nel complesso un buon risultato e facendosi riascoltare volentieri, nell’attesa di poterli rivedere in Italia al Bloom di Mezzago e poterci scatenare sotto il palco insieme a loro.

(2022, Rise)                        

01 Four Chords
02 Totally Fine
03 Robot Writes A Love Song
04 Matilda
05 Relentless
06 Four Chords Pt. II: Five Chords
07 Waiting
08 Habits
09 Cutting Off The Corners
10 Grim Reaping
11 Four Chords Pt. III: Diminishing Returns
12 PUPTHEBAND Inc. Is Filing For Bankruptcy

IN BREVE: 3,5/5

Studentessa di ingegneria informatica, musicofila, appassionata di arte, letteratura, fotografia e tante altre (davvero troppe) cose. Parla di musica su Il Cibicida e con chiunque incontri sulla sua strada o su un regionale (più o meno) veloce.

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version