Per tutti questi motivi, un disco volutamente lento ma estremamente piacevole e coerente come Lido (album di debutto dei Sacramento) merita un ascolto attento, che vada oltre i tre minuti che in media vengono dedicati a un artista su Spotify prima di premere il tasto skip. La proposta musicale della band capitanata da Stefano Fileti (già nei Mashrooms) è fortemente identificativa, e la sapiente miscela di sonorità parecchio eterogenee appare ben riuscita: ne esce fuori un album godibile, ideale sottofondo (nell’accezione positiva del termine) per i momenti agrodolci della giornata tipo.
“Lido” consta di otto brani e fa a meno dei due singoli (“Love” e “Bed & Toothbrush”) con i quali i Sacramento si erano presentati lo scorso anno presso la scena live milanese. Nel synthpop lento e psichedelico della band fanno ovviamente capolino gli anni’ 80, seppur pesantemente rielaborati e riconfezionati: lo si nota fin da subito, con le malinconiche When They Fall e Why’d You Die? intervallate dallo shoegaze glitterato di Awesome Dude (brano migliore del disco).
Spacetrip (col featuring di Anna Viganò aka Verano) mostra interessanti e inquietanti venature post rock, senza però abbandonare la via maestra del synth, mentre At The Skate Rink e la title track ritornano alla già citata malinconia che permea tutto l’album e che si sposa bene con un artwork vistoso che paga dazio – e questo non è certo un difetto – a pellicole iconiche come “Drive” e “Vivere e morire a Los Angeles”. Per essere un debutto, mica male.
(2019, La Tempesta)
01 When They Fall
02 Awesome Dude
03 Why’d You Die?
04 Spacetrip (feat. Verano)
05 A Cowboy In Shamokin
06 At The Skate Rink
07 Pizza Girl
08 Lido
IN BREVE: 3,5/5