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Santigold – 99 Cents

99centsIl mondo della musica si è reso conto ormai da anni delle qualità di Santigold. Prima dietro le quinte come ghost writer, una volta uscita allo scoperto ha iniziato a girare palchi di tutto il mondo facendo da spalla ad artisti come Kanye West, Jay Z, Beastie Boys, Bjork e la sua gemella separata alla nascita (musicalmente parlando) M.I.A.. Sebbene i primi due album siano stati acclamati dalla critica, non è mai riuscita a raggiungere in toto il successo mainstream, fatta eccezione per alcuni brani come “Disparate Youth” e “L.E.S Artistes”.

Formula che vince non si cambia, il segreto ancora una volta sta nel saper scegliere produttori in grado di far risaltare le proprie abilità e nel non auto-ghettizzarsi in un unico genere. Come ha affermato in più interviste, infatti, il suo scopo è quello di mostrare come le barriere tra generi musicali ormai siano sempre più sfumate, e per farlo si è servita di produzioni variegate. Pur avendo una predisposizione per la dancehall e il moombahton (Dillon Francis, per intenderci), ora si serve di produttori come Rostam Batmanglij dei Vampire Weekend, David Andrew Sitek dei TV On The Radio, il fidato John Hill e Hit Boy, già responsabile di successi di classifica per artisti come Kendrick Lamar, Kanye West, Drake e Beyoncé.

99 Cents è stato anticipato da Can’t Get Enough Of Myself con B.C., Who Be Lovin’ Me con il protégé di Drake, ILOVEMAKONNEN, e Chasing Shadows, che vuole ammonire sulla coerenza che ogni artista deve mantenere durante tutta la sua carriera, senza mai cedere a compromessi stilistici. Altri brani che meritano attenzione (tutti contraddistinti dal flow tipicamente caraibico) sono Banshee, una traccia coinvolgente che sembra un coro da cheerleaders, e Walking In A Circle, che fa qualche velato accenno a trap e drum’n’bass. Con Rendezvous Girl si ha invece un ritorno ai cotonati anni ’80 e al synthpop, mentre Run The Races è una ballata che utilizza il sample di una chitarra degli Yeah Yeah Yeahs. Rispetto ai lavori precedenti, quindi, si nota un’apertura maggiore verso il punk e la new wave.

Quella di Santigold è una leggera critica al consumismo e a come tutto oggi sia svendibile a 99 centesimi, leggera perché non si schiera più di tanto, lascia la questione quasi sempre in sospeso senza mai approfondirla. Ma se l’intento era, invece, quello di offrire brani piacevoli da ascoltare senza troppo impegno, non si ha neanche tempo di fare attenzione a ciò che dice perché s’inizia a ballare spensieratamente già dal primo brano. Sorprendente 40enne all’anagrafe e nell’industria da vent’anni, Santigold riesce ancora una volta a portare una ventata di aria fresca, risultando molto più creativa delle colleghe della nuova generazione.

(2016, Atlantic)

01 Can’t Get Enough Of Myself (feat. B.C.)
02 Big Boss Big Time Business
03 Banshee
04 Chasing Shadows
05 Walking In A Circle
06 Who Be Lovin Me (feat. ILOVEMAKONNEN)
07 Rendezvous Girl
08 Before The Fire
09 All I Got
10 Outside The War
11 Run The Races
12 Who I Thought You Were

IN BREVE: 4/5

Consulente ed ingegnere, ma prima ancora “music addicted”. Da sempre con sottofondo musicale a far da colonna sonora della mia vita.

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