E a dire il vero fino in fondo, la Lov torna anche a riconfermare una carica leggiadra che rapina gli ascolti, un tenerezza poppy atmosferica à la Mitchell che la rende una grande interprete dell’underground internazionale, una musa eterea e volante che piace subito, piace anche se la malinconia trasversale imbeve a fondo tutta la sua poetica femminile. Dieci tracce sognanti e radiofoniche, una melodia raggruppata e sensuale che non si sbilancia mai nel manierismo, ma gode di una ottima stesura generale e di arrangiamenti sopraffini.
Prodotto da Zac Rae e con la santità stilistica di Mazzy Star o Portishead, il disco è come un batuffolo di ovatta, vedi la ballata in punta di piedi One In The Morning, l’eco solitario Rain Up, l’indole birichina che copre Sunmore o il folk che abita The Dark. Sono tracce che sanno di nebbiolina fitta fitta, immaginazioni tutte autunnali che sembra di passeggiare in un bosco color ruggine, dove la Lov disegna arcobaleni e parabole di stelle.
(2015, Irma)
01 Some Kind Of Champion
02 Diamond Of The Truest Kind
03 One In The Morning
04 The Sharpest Knife
05 Rain Up
06 Trains
07 Sunmore
08 Sorrow Into
09 Willow Of The Morning
10 The Dark
IN BREVE: 3/5