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Scowl – Are We All Angels

La proposta dei californiani Scowl ha sempre puntato a mantenere i classici due piedi in una scarpa, partendo dalla formazione hardcore dei cinque ma mitigando il tutto con una ricerca melodica che appartiene ad altri mondi. Il loro esordio “How Flowers Grow” del 2021, però, era una bella mina di punk al fulmicotone, lo screaming di Kat Moss che faceva a pugni all’interno dello stesso pezzo con la sua versione edulcorata e tanta, tantissima velocità. Che poi dal vivo si trasformava in un vero e proprio assalto all’arma bianca. A dire il vero, poi, con le mosse successive la band ha iniziato a incanalarsi verso qualcosa di maggiormente easy listening, una flessione che arriva a compimento adesso con il secondo lavoro sulla lunga distanza.

Are We All Angels fa esattamente questo, si adagia sul crinale più melodico che gli Scowl hanno sempre avuto, ma mai messo in mostra in maniera così esplicita, puntando tutto sulle qualità della frontwoman Moss, individuata a giusto titolo come il cavallo vincente del gruppo. Così al netto di giusto qualche passaggio all’interno di un paio di tracce (vedi le tendenze heavy di brani come Cellophane e Haunted, quest’ultimo il migliore del lotto), per il resto l’alleggerimento è chiaro e gli Scowl non fanno nulla per nasconderlo, anzi. Puntate all’alternative nineties come in Fleshed Out o Suffer The Fool (How High Are You?), dove sembra persino banale tirare in causa le Hole tanto è chiaro il riferimento, sono infatti solo la punta di un iceberg in cui a spiccare è sempre Moss, la cui voce è costantemente tirata fuori nel missaggio e ripulita il più possibile. Refrain che ti si ficcano in testa (quello del singolo Special su tutti) e tanto spleen da Gen Z.

È evidente quello che, stando così le cose, sarà il percorso degli Scowl, un percorso che vedrà verosimilmente crescere in modo esponenziale la loro fanbase e li vedrà conquistare le charts e percorrere saltellando la tortuosa e assolata scala che porta verso il mainstream, grazie a un pop punk come quello messo qui in mostra (Not Hell, Not Heaven ne è la massima rappresentazione all’interno del disco). Non che questo sia un male in senso assoluto, chiariamolo subito, anche perché gli Scowl sembrano sapere bene come fare questo percorso e come al contempo non snaturarsi troppo… ma diciamo che se serviva una prova di ciò, eccola qui con “Are We All Angels”, un disco di passaggio (in attesa di vedere il tutto confermato o meno) che è una dichiarazione d’intenti decisamente lapalissiana.

2025 | Dead Oceans

IN BREVE: 3/5

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