Sa anche, però, che per fare un disco a nome Shellac dopo sette anni c’è solo una combinazione possibile, una e una sola. Un po’ come cucinare metanfetamina – direbbe Walter White. E quindi eccolo Dude Incredible, ultimo prodotto del laboratorio math di Steve Albini. Un disco che emette odore di bruciato, che scotta in imbuti di vetro e che è rock a inarrivabili percentuali. Una “roba” che ci mette pochissimo a entrare in circolo, anzi praticamente nulla.
Già la title track ti fa molleggiare euforicamente le ginocchia, poi c’è The People’s Microphone che è un continuo tremolio di nervi con questa combinazione micidiale di chitarre tesissime e di rullanti. All The Surveyors inizia con un coro da fattoni che si avviluppa poi in un rap sconclusionato, ma spassosissimo. La produzione di Albini è ovviamente all’insegna del suono sbucciato, dei nervi scoperti, della carne viva: strumenti nature, attitudine vera, poche chiacchiere.
E come un salto nel vuoto, tutto a un tratto non sembra che gli Shellac siano stati fuori dai giochi per tutto questo tempo. Non sembra che fuori il mondo abbia davvero dimenticato. Il perché è successo rimane una questione di evoluzione sanguinaria e pericolosa. Un primate che propende al cielo il corpo morto di un suo simile chiedendo a Dio conto e ragione.
(2014, Touch And Go)
01 Dude Incredible
02 Compliant
03 You Came In Me
04 Riding Bikes
05 All The Surveyors
06 The People’s Microphone
07 Gary
08 Mayor / Surveyor
09 Surveyor
IN BREVE: 3/5