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Soap&Skin – TORSO

A sei anni di distanza da “From Gas To Solid / You Are My Friend” (2018) probabilmente Anja Plaschg avrebbe anche potuto deliziarci con un nuovo lavoro di inediti, visto quanto è riuscita ad affascinarci in passato con i suoi tre meravigliosi affreschi sonori. Ma le vie della creatività sono spesso tortuose e arzigogolate, e così Soap&Skin si ripresenta invece adesso con un nuovo album, sì, ma fatto interamente di cover, attività (quella delle coverizzazioni) affatto nuova per l’artista austriaca. Ovviamente di brani e artisti per lei significativi e ovviamente reinterpretati a modo suo, quindi con tanto minimalismo in primo piano, un po’ di inserti elettronici a fare il bello e il cattivo tempo e la sua voce eterea ed a tratti glaciale a fare da incantevole filo conduttore.

La scelta delle tracce finite su TORSO è particolare ma non inattesa se si conosce un po’ Plaschg e quella che è la sua formazione artistica: ad esempio c’è la Maybe Not di Cat Power, ballata da pelle d’oca che Soap&Skin fa sua alzando ulteriormente il gain dell’intensità emotiva, anche più che rispetto alla già devastante originale di Chan Marshall; c’è una The End dei Doors che però sembra più − e immaginiamo lo sia − ispirata all’altra cover realizzata dalla musa Nico ormai la bellezza di cinquant’anni fa, un blocco di granito con l’anima di lava incandescente; ed a proposito di Nico e quindi dei Velvet Underground ecco anche Pale Blue Eyes, che chiaramente nella reinterpretazione di Plaschg assume tutt’altra e diversa espressività. Apice dell’intero disco Girl Love Me, in cui Soap&Skin riprende il mastodontico pezzo di David Bowie da quel mastodontico epitaffio che è stato “Blackstar” (2016) per dargli un tocco davvero personalissimo, un’atmosfera goticheggiante e teatrale che amplifica ogni singolo passaggio del pezzo.

Anche quando Plaschg riduce all’osso la strumentazione, lavorando a dir poco per sottrazione rispetto alle versioni originali, l’effetto è sempre molto, molto avvolgente, perché è la voce di Anja con le sue molteplici sfumature a cesellare il tutto: è il caso ad esempio di Gods & Monsters di Lana Del Rey o Johnsburg, Illinois di Tom Waits. Mentre quasi in chiusura troviamo la What’s Up? delle 4 Non Blondes, unico momento dell’album in cui Soap&Skin si avventura − complice la natura del brano − in ritmi più elevati e qualche elemento in aggiunta rispetto al resto del disco, forse non a caso unico episodio marginale dell’intera tracklist. Pur rimanendo in attesa dei nuovi inediti, nel frattempo Anja Plaschg ci ha dato così un altro godibile saggio delle sue qualità, nel caso qualcuno avesse qualche dubbio al riguardo.

2024 | PIAS

IN BREVE: 3,5/5

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