Il risultato non è convincente al 100%, nel senso che, pur provando a trovarla, la connessione fra le musiche targate Soulsavers e l’immaginario filmico di Stanley Kubrick è tutt’altro che immediata. Complicato collegare l’iniziale DeLarge ad “Arancia Meccanica”, Torrance a “Shining” o Joker a “Full Metal Jacket”: “Kubrick” suona piuttosto come una soundtrack (ben) realizzata ex novo per un film ancora da girare. Solo marginalmente, e solo perché instradati dai titoli dei brani, si riesce a ottenere l’effetto voluto dall’ascolto.
Fatta la premessa, che vuole il concept di fondo di questo “Kubrick” piuttosto labile, le otto tracce dell’album hanno comunque un duplice merito: il primo è quello di evidenziare ulteriormente la trasversalità del progetto Soulsavers, a suo agio in dimensioni diverse a seconda dell’obiettivo, si tratti di blues, d’elettronica o come in questo caso di composizioni strumentali tendenti al post rock. Il secondo è la forza con cui Machin riafferma l’indipendenza del suo marchio, che proprio con l’ultimo “Angels & Ghosts” ha rischiato di divenire fin troppo collaterale rispetto al frontman protagonista. Soulsavers c’è e vive di vita propria.
(2015, San Quentin / PIAS)
01 DeLarge
02 Clay
03 Torrance
04 Fax
05 Joker
06 Hal
07 Mandrake
08 Ziegler
IN BREVE: 3/5