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Space Captain – In Memory EP

inmemoryApprocciandosi all’EP di debutto dei newyorkesi Space Captain si ha come l’impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di simile a dei frammenti lirici, come pezzi irregolari e a tratti spigolosi di un mosaico lucente.

I colori si confondono e paiono mandare riflessi diversi, che vanno dai volteggi orientaleggianti di Screams alle scale discendenti e alla successiva morbida risalita della split track Landing – Up In The Hills, continuando attraverso il groove pulsante e poi erompente di Cosmos, fino a Still, battigia immobile coperta ora da accordi come onde, ora da cori come spuma, allegorici avventi e permanenze del ricordo. Già il titolo dell’EP, infatti, comunica l’idea di una nostalgia, di una mancanza che riemerge offuscata tramite i richiami sirenici di Maralisa Simmons-Cook, autrice delle lyrics, la quale in Cosmos, in preda a un turbamento soul, reclama «Where’s my heart?».

La conchiglia è muschiata e nascosta, ma la perla c’è e si svela nell’ultimo dei cinque brani, Two, vero cuore della pubblicazione, dialogo r’n’b tra gli echi e le fluttuazioni valvolari della chitarra e i contrappunti turchesi della vocalist, suggellato infine da synth basaltici, sonagliere, cori opalescenti e altri segreti marini. L’oceano è ancora molto profondo, ma l’ensemble di Brooklyn sembra sapere perfettamente dove condurre l’ascoltatore.

(2016, Tru Thoughts)

01 Screams
02 Landing – Up In The Hills
03 Cosmos
04 Still
05 Two

IN BREVE: 3,5/5

Assediato da un’infaticabile pigrizia, coltiva aspirazioni a iosa, tra cui scrivere, cantare e diventare medico. Sa di essere alla ricerca di un modo onesto e grande di vivere da sempre, almeno da quanto ricordi. Il suo cuore batte un tempo rock con un’extrasistole alternative inguaribile. Nelle vene torbido sangue blues.

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