Rapportarsi a Chrystia Cabral e alle sue opere firmate con il moniker Spellling è tremendamente complicato. Col precedente “Mazy Fly” (2019) l’artista californiana aveva raso al suolo ogni residua remora artistica, dando fondo a visioni e mistioni che aveva dentro e che necessitavano solo di essere liberate. Con The Turning Wheel il percorso di Cabral va persino oltre l’atmosfera, in una dimensione di cui è difficile, se non impossibile, seguire lo sviluppo. Il disco, realizzato insieme a ben trentuno collaboratori, è virtualmente suddiviso in due parti, una prima più fresca (si prenda il synthpop di Always) e l’altra ben più cupa (si veda invece Queen Of Wands, che declina gli stessi synth in chiave darkwave), a segnare in modo netto una contrapposizione che in Cabral convive bene. È un po’ come se Björk incontrasse David Lynch (l’emblema è The Future), con nel mezzo le consuete suggestioni soul e r’n’b. Magari un po’ dispersivo nel minutaggio di alcune tracce, quest’album afferma però ancora una volta un talento straordinario, e tanto basta.
(2021, Sacred Bones)
01 Little Deer
02 Always
03 Turning Wheel
04 The Future
05 Awaken
06 Emperor With An Egg
07 Boys At School
08 Legacy
09 Queen Of Wands
10 Magic Act
11 Revolution
12 Sweet Talk
IN BREVE: 3,5/5