Così, se tre indizi fanno una prova, il terzo capitolo degli Swans Mark II è la sentenza definitiva che tutti noi inguaribili nostalgici e ormai orfani delle grandi band che hanno infiammato il rock sperimentale nello scorso decennio aspettavamo. To Be Kind è la prosecuzione delcammino intrapreso con “The Seer”, l’allontanamento assoluto da forme di composizione convenzionale per approdare a jam psichedeliche che amplificano la sensazione di dissoluzione spirituale che Gira e compagni intendono descrivere.
Anche in quest’occasione la lista degli ospiti è copiosa: ci sono gli archi di Julia Kent, le voci di Little Annie e St. Vincent, Bill Rieflin con diversi strumenti. Nonostante non ci siano “canzoni” vere e proprie, “To Be Kind” è meno dispersivo e più coeso di “The Seer”, a tratti persino più granitico e disperato.
Gira è lo sciamano che canta le visioni di un’agonia cosmica: l’omelia esemplare è la trance ultraterrena di Bring The Sun / Touissaint L’Ouverture e non solo per i suoi 34 minuti di durata. E’ un autentico mostro a tre teste che ingloba litanie cantilenanti, ascensioni purificatrici, caos infernale, divinazioni. Probabilmente incarna alla perfezione lo spirito dell’intero album, ma “To Be Kind” è molto di più. Regala infatti momenti di delicata bellezza con la prima parte di Kirsten Supine, torna indietro ai tempi di “Soundtracks For The Blind” nella title-track, rilegge lo schema di “The Seer Returns” nella cadenza accattivante di A Little God In My Hands, si concede accessi di rabbia incontenibile nella tarantolata Oxygen, asciuga i muscoli dell’hard-rock esponendone il fantasma anoressico con Screen Shot.
Le numerose digressioni strumentali fluttuano costantemente su un solo tema melodico, gli Swans giocano di addizione e sottrazione senza mai perdere nulla in intensità. Compatto e senza momenti di cedimento, “To Be Kind” risulta la prova migliore di Gira e soci dalla rinascita a oggi perché dona contorni ben definiti a questa nuova forma paradossale di rock estremo e astratto nel contempo. E, più in profondità, è il rigurgito sonoro che s’incastra in quella sezione di tempo che separa l’esistere dal non-esistere prima che deflagri la bomba nucleare che cancellerà ogni forma di vita.
(2014, Young God Records)
– DISC 1 –
01 Screen Shot
02 Just A Little Boy (For Chester Bunnett)
03 A Little God In My Hands
04 Bring The Sun / Toussaint L’Ouverture
05 Some Things We Do
– DISC 2 –
01 She Loves Us
02 Kirsten Supine
03 Oxygen
04 Nathalie Neal
05 To Be Kind
IN BREVE: 4/5